L’Hiv contratto alla nascita sembrava avere segnato per sempre il destino di una bimba del Mississipi, ma a tre anni non ha ancora sviluppato l’Aids. Non si tratta di “un colpo di fortuna”, ha assicurato la direttrice dello studio Deborah Persaud, virologa ed esperta di Hiv pediatrica al Johns Hopkins Children’s Center, “ma il risultato positivo di una terapia aggressiva e molto precoce, che potrebbe aver impedito al virus di prendere il controllo sulle cellule immunitarie della bambina”. La piccola è stata infatti sottoposta a un trattamento a base di una massiccia dose di farmaci antiretrovirali. La prima al mondo ad essere stata sottoposta a questo tipo di terapia.
Al momento della nascita la madre aveva partorito senza sapere di essere affetta da Hiv. I medici avevano scoperto subito però che la bambina aveva nel sangue alti livelli di infezione e che quindi aveva contratto il virus proprio dalla mamma. Mentre era ancora un feto. La bambina, riporta il Corriere, ha iniziato il trattamento antiretrovirale 30 ore dopo essere venuta alla luce. Nelle settimane successive le sue condizioni sono state monitorate attraverso una serie di test che hanno evidenziato una diminuzione progressiva della presenza del virus nel sangue, fino a quando è diventata totalmente non rilevabile, a soli 29 giorni dalla nascita.
Anche se il caso della baby paziente apre degli spiragli nella lotta contro il virus dell’Hiv gli esperti rimangono cauti nell’affermare che il virus sia veramente scomparso dal sangue della piccola e per il momento parlano di “guarigione funzionale”, ovvero di una remissione a lungo termine e in assenza di trattamento. Inoltre per ora i medici non escludono che possa essere un caso unico al mondo. La storia della bambina era già stata diffusa a marzo, quando aveva due anni e mezzo. A comunicare l’aggiornamento è stato il ‘New England journal of medicine’.