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Formazione nel mirino, Crocetta:| “Via i dipendenti scorretti”

Un enorme vaso di Pandora. Lo hanno aperto il governatore Rosario Crocetta e l’assessore Nelli Scilabra quando hanno deciso di mettere mano alla complessa macchina della Formazione Professionale. Dagli stralci del  dossier messo a punto dalla Regione, pubblicati sul Giornale di Sicilia, poi inviato alle procure di Catania e di Enna, si sono aperti numerosi fronti di inchiesta che però sembrano portare tutti nella stessa direzione. Diversi i capitoli sotto la lente di ingrandimento dagli interessi di alcuni dirigenti della Regione negli enti gestori dei corsi, passando dalle polizze assicurative in Romania, dalle ipotesi di truffa per aggirare il blocco della assunzioni stabilito per il 2008 fino al mancato pagamento degli stipendi e dei Tfr ai lavoratori. Intanto Crocetta si appresta ad affrontare un’altra sfida:  ad un anno dall’insediamento del Governo siciliano, domani all’Ars arriva la mozione di sfiducia, presentata dal Movimento 5 Stelle e da altri quattro parlamentari.

DIPENDENTI ‘INFEDELI’ . Scilabra e Crocetta annunciano di voler usare il pugno di ferro: “Dalla denunce emerge – sottolinea il governatore – che diversi dipendenti si trovano in uno stato di conflitto di interessi incompatibili rispetto ai contratti da essi stipulati”. Esistono quindi, sostiene il presidente della Regione, “gli estremi per il licenziamento”. E nella nota congiunta con Scilabra rincara la dose: “Rispetto alle misure da intraprendere nei confronti di dipendenti regionali coinvolti non si possono balbettare timide misure, come alcune dichiarazioni provenienti da una parte della macchina burocratica”.

LAVORATORI SENZA STIPENDIO. Un altro capitolo che desta perplessità e che ha dato il via all’inchiesta di Catania è quello che riguarda i dipendenti senza stipendio, alcuni anche da 23 mesi (Efal) e casi come quello dell’Anfe di Enna che, sostiene la Regione, “non hanno versato quote per il trattamento di fine rapporto dei dipendenti per oltre due milioni” malgrado i finanziamenti ricevuti regolarmente.

IPOTESI DI TRUFFA. Nel dossier messo a punto dalla Regione vengono indicate come sospette un gran numero di controversie giudiziarie sorte tra il 2009 e il 2010 negli enti coinvolti nell’inchiesta di Catania Anfe, Iraps, Isvirr, Anfes. Ad una prima analisi sembra si tratti di cause di lavoro perse ma in realtà sarebbe un modo di raggirare il blocco delle assunzioni nel 2008, stabilito dalla Regione. In particolare, si legge in uno stralcio del dossier: “trattasi di mere trasformazioni di rapporti di lavoro da tempo determinato a tempo indeterminato, in altri termini presunte controversie di lavoro in realtà simulate al fine di dare evidenza e fede pubblica a rapporti instaurati dopo il 31 dicembre 2008”.

SUBAFFITTI. In tema subaffitti sarebbe stato messo in atto un sistema di scatole cinesi: “Si tratta di subaffitti tra diversi soggetti riconducibili alla medesima associazione” che la Regione dovrebbe poi rimborsare.

POLIZZE IN ROMANIA. Il caso riguarda la Societatea de Asigurare Reasigurare City Insurance, la compagnia rumena alla quale due enti, Enfap e Asaform Enaip, che operano a Catania si sono rivolti per ottenere le polizze fidejussorie chieste dalla Regione per ammettere alla gestione dei corsi finanziati dal sistema pubblico. Secondo il dossier, ci sarebbe il rischio di insolvenza perché la compagnia non disporrebbe della liquidità necessaria a coprire tutte le polizze emesse. L’assessorato guidato da Nelli Scilabra sarebbe quindi pronto a non riconoscere la validità di polizze con la compagnia rumena o altre nella stessa situazione: una mossa che potrebbe portare alla revoca dell’accreditamento a tutti gli enti che se ne sono avvalsi.

Stefania Brusca

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Stefania Brusca
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