I nuovi particolari che emergono dall’indagine sul giro di clienti delle prostitute minorenni dei Parioli di Roma lasciano affiorare dettagli inquietanti. Alcuni dei clienti le avrebbero aspettate anche fuori dai cancelli della scuola. E gli inquirenti sospettano che il giro possa essere molto più grande di quello che si ipotizzava in un primo momento.
Ad avvalorare queste ipotesi sono anche le testimonianze di diverse compagne di scuola. Alcune di loro hanno contribuito ad arricchire di particolari un quadro già inquietante di suo. Come riporta il Corriere della Sera, gran parte delle alunne del liceo classico da loro frequentato le ricorda benissimo. “Si tratta delle due ragazze che arrivavano vestite con minigonne e magliette molto scollate”. Un’altra aggiunge: “Venivano sempre con un abbigliamento molto sexy, si vedeva che amavano mettersi in mostra. E naturalmente si notavano molto”. D’altronde, come si può immaginare, il loro tipo di vestiario strideva tantissimo con quello casual tipico di ogni adolescente. E ancora loro ricordano bene quegli uomini adulti, sempre diversi, che le aspettavano all’uscita da scuola: “Ad attenderle c’erano ogni volta dei ragazzi molto più grandi”. E questo con il tempo ha contribuito ad alimentare diversi sospetti: “Avevano molti più soldi rispetto a noi – ricordano le compagne -, non poteva trattarsi di paghette settimanali. E poi giravano sempre con vestiti firmati, quindi abbiamo capito che dovevano essere capitate in un altro tipo di giro”. Il tutto confermato anche da alcuni atteggiamenti tra loro: “Si intuiva che avessero dei segreti in comune”, conclude un’altra delle studentesse di questo liceo di una zona cosiddetta “bene” della Capitale.
Le indagini intanto vanno avanti e sarebbero già dieci i nomi di persone nella lista degli indagati. Inoltre, chi si sta occupando della vicenda sospetta che il giro possa essere molto più vasto. Complici gli annunci sul web si ipotizza che alcuni dei clienti potessero arrivare da altre regioni. Nel frattempo vanno avanti gli interrogatori delle cinque persone arrestate: i due sfruttatori, due clienti e la madre della ragazza più piccola. Quest’ultima respinge ogni accusa, dicendo di non aver mai incoraggiato la figlia a prostituirsi ma l’accusa che pende sul suo capo è una delle più pesanti: la donna, infatti, avrebbe spinto la figlia ad andare con i suoi clienti anche quando stava male. Le indagini continuano ad andare avanti, cercando di penetrare le tenebre di un abisso che si fa sempre più oscuro.