Mafia, operazione Alexander|Altri arresti a Palermo

di Redazione

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Mafia, operazione Alexander|Altri arresti a Palermo

| venerdì 08 Novembre 2013 - 08:32

I Carabinieri del Nucleo Investigativo di Palermo hanno dato esecuzione a 4 ordinanze di custodia cautelare in carcere, emesse dal Tribunale di Palermo nei confronti di quattro persone ritenute riconducibili ai mandamenti mafiosi di Porta Nuova, Brancaccio e Mazzara del Vallo e alla criminalità organizzata che opera nel Napoletano, ritenuti responsabili, a vario titolo, di associazione per delinquere di tipo mafioso e traffico di stupefacenti.

I provvedimenti scaturiscono dalle indagini che nel luglio scorso, hanno portato all’emissione di 26 fermi nell’ambito dell’operazione denominata Alexander che ha portato all’azzeramento del Mandamento Mafioso di Porta Nuova.

Nel provvedimento viene contestato il reato di associazione mafiosa a Antonino Ciresi, 70 anni, braccio destro del reggente del Mandamento Alessandro D’Ambrogio, nonché reggente della famiglia mafiosa di Borgo Vecchio. Ciresi, noto come Zio Nino, affilato da vecchia data al Mandamento Mafioso di Porta Nuova, già detenuto per altra causa, oltre a partecipare ai principali incontri con esponenti mafiosi di altri mandamenti, con Antonino Seranella si occupava della riscossione dei proventi delle estorsioni e del mantenimento delle famiglie degli affiliati.

Affiliato di riferimento per l’intero mandamento, vista la sua età e la lunga militanza in Cosa Nostra, Antonino Ciresi si impegnava in prima persona per dirimere le controversie che potevano sorgere tra gli affiliati al mandamento e tra questi ultimi e gli affiliati ad altri mandamenti. Zio Nino: “… non ci sono problemi fra di noi / Zio Nino: “… giusto è Gianni? dico tra la gente come noi altri” / Giovanni: “… si accavallano le voci … tra tutti quelli come noi altri problemi non ce n’è giusto?”.

Altrettanto chiara risultava la titolarità di Ciresi dell’azienda di macellazione e distribuzione di carni denominata Ovinsicula, sequestrata nell’ambito dell’ operazione Alexander, titolarità che lo stesso esercitava anche dal carcere con l’aiuto del figlio (Zio Nino: “… : “… poi un’altra cosa, gli dici a –omissis- e a tutti… nei conti e nei discorsi voglio assistere io me l’ha detto mio padre, tutta la fiducia ce l’hai sempre tu –omissis- però mio padre vuole che io le cose li devo sapere … omissis … mio padre dichiarazioni non ne ha fatto, perciò lui quando viene chiamato ma quali soci… veniva a leggersi il giornale, ogni tanto vendeva qualche vitello…”).

Altro personaggio destinatario del provvedimento restrittivo, con l’accusa di traffico di stupefacenti, è Vincenzo Ferro, 37 anni, detto Renzo. Questi, affilato al Mandamento Mafioso di Brancaccio e più precisamente alla famiglia di Corso dei Mille, aveva costanti rapporti con Alessandro D’Ambrogio con il quale condivideva la gestione (importazione e successiva distribuzione) degli stupefacenti su gran parte del territorio cittadino ed in alcune province dell’isola. I suoi contatti con esponenti della criminalità organizzata partenopea facevano sì che D’Ambrogio si fidasse ciecamente di lui tanto da affidargli settimanalmente ingenti somme di denaro da investire nel mercato degli stupefacenti.

Ferro oltre ad avere costanti e privilegiati rapporti con Alessandro D’Ambrogio, per i dettagli degli affari si relazionava a vario titolo con altri componenti dell’organizzazione, tra cui Antonino Seranella. Ferro, ben inserito nel contesto del narcotraffico, aveva ottime referenze su Napoli e provincia dove, settimanalmente, dopo aver raccolto i soldi dei vari mandamenti che partecipavano all’associazione, si recava per approvvigionare lo stupefacente necessario a soddisfare il fabbisogno settimanale. Dalle indagini è emerso che nell’attività illecita, oltre ai mandamenti di Porta Nuova e Brancaccio, erano coinvolti anche i mandamenti di Pagliarelli e Uditore (Renzo: “… gli dice a questi del … Pagliarelli … inc. … gli dici che per 50 grammi … inc. … gli dici non lo cercate più a questo” / Renzo: “… Alessandro! e gli dici pure che a me non me ne devono domandare più. soprattutto questi del Pagliarelli e questi dell’Uditore).

Altro personaggio importante nella gestione del traffico degli stupefacenti era Gaspare Dardo, 57 anni, noto come lo Zio Asparino. Destinatario del provvedimento con l’accusa di traffico di sostanze stupefacenti, giocava un ruolo importante nell’acquisto di grossi quantitativi di stupefacente e riusciva a mettere in contatto il gruppo dei Palermitani (riconducibile a D’ambrogio e rappresentato da Biagio Seranella, Marco Chiappara, Pietro Tagliavia, Franco Scimone e Giovanni Alessi) con quello dei Mazaresi (rappresentati da Salvatore Asaro e Umberto Sisia). Dall’alleanza tra i due gruppi nasceva l’esigenza di creare un canale diretto per l’approvvigionamento di cocaina e hashish, affrancandosi quindi dal classico canale Napoletano (per abbattere i costi di intermediazione e aumentare i ricavi).

Infine il provvedimento restrittivo ha riguardato anche Ciro Napolitano, 29 anni, campano di origine che, oltre ad aver messo in contatto Biagio Seranella con i fornitori napoletani, faceva giungere a Palermo svariati chilogrammi di cocaina.

 

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