Pdl a un passo dalla spaccatura | Cicchitto: “Non andremo al Consiglio nazionale”

di Redazione

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Pdl a un passo dalla spaccatura | Cicchitto: “Non andremo al Consiglio nazionale”

| martedì 12 Novembre 2013 - 12:30

Il Pdl è a un passo dalla spaccatura definitiva. La rottura potrebbe arrivare prima del consiglio nazionale di sabato 16 novembre. Ma qualora non dovesse essere così si potrebbe assistere a un’incredibile resa dei conti pubblica così come accadde tra Berlusconi e Fini il 22 aprile del 2010 davanti alla direzione del partito. Fabrizio Cicchitto, ormai tra i leader della corrente cosiddetta “alfaniana”, scongiura un’ipotesi di questo tipo perché, fa sapere, “mancano le condizioni per un dibattito sereno e in questo clima di scontro siamo pronti a non partecipare al Consiglio nazionale”.

In un’intervista al “Mattino” Cicchitto ha dichiarato di aver visto “nelle ultime ore una radicalizzazione dello scontro da parte di fuochisti, lealisti e falchi, per cui sembra che vengano meno le condizioni per un dibattito sereno. Aggiungo anche che non è chiaro l’ordine del giorno e neanche il contesto nel quale una riunione così delicata dovrebbe svolgersi. Ecco dunque che i dubbi sulla nostra partecipazione sono meritevoli di approfondimento”.

Queste dichiarazioni arrivano a seguito di una nota in cui l’esponente del Pdl ha fatto sapere di non condividere “la posizione assunta dal presidente Berlusconi che ha deciso di far cadere il governo dopo aver spostato la posizione degli estremisti. Questo non sarebbe altro che un favore alla linea del Pd che, in un’ipotetica corsa elettorale, si troverebbe avvantaggiato dal fatto che il Pdl risulterebbe, agli occhi degli italiani, come il colpevole della caduta del governo Letta”.

Tra le altre considerazioni di Cicchitto la sottolineatura che “il Pdl ( o la nuova Forza Italia) si presenterebbe senza nemmeno un candidato premier in quanto Berlusconi non si può presentare, Alfano è contestato dai falchi e altre candidature non ne sono arrivate. Così crediamo che sia meglio e andare avanti con le riforme previste fino al 2015 in modo tale da ricompattare anche il centrodestra e creare una grande formazione che possa andare avanti sempre sotto il binomio Berlusconi-Alfano”.

E a chi parla di traditori tra coloro i quali dissentono dalla linea indicata dall’alto Cicchitto ha risposto dicendo: “L’evocazione contro questa scelta politica del ‘tradimento’, della imitazione di Fini ed altri inutili anatemi significa adottare metodi del tutto inaccettabili di lotta politica. Siamo d’accordo sul fatto che bisogna lottare contro l’uso politico della giustizia e la dichiarazione di decadenza di Berlusconi – spiega – ma non bisogna dimenticare che a fare una distinzione netta tra le sue vicende giudiziarie e l’appoggio al governo di larghe intese formato con Pd e Scelta Civica è stato inizialmente proprio lo stesso Berlusconi. Salvo fare questo dietrofront che non è altro che un grande errore dal punto di vista politico. Tra l’altro presto dovremo fare i conti con le conseguenze giudiziarie sulla piena operatività di Berlusconi con serietà, realismo e senza concessioni alla demagogia”.

Cicchitto ha concluso la sua nota con una mano tesa verso Berlusconi “confermando la nostra amicizia e augurandoci che il dissenso politico venga gestito con civiltà da tutti”.

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