E’ partito dal teatro Massimo di Palermo il corteo di solidarietà per il pm Nino Di Matteo, vittima, insieme agli altri magistrati che indagano sulla trattativa Stato-mafia, di frasi minacciose pronunciate in carcere dal boss Totò Riina. Il corteo, a cui prendono parte circa mille persone, raggiungerà Palazzo delle Aquile, sede del Comune, dove si svolgerà un flashmob per ricordare le stragi mafiose del 1992 e del 1993.
In testa al corteo uno striscione con la scritta “Si muore quando si è lasciati soli”. Tra le associazioni e i movimenti che aderiscono alla manifestazione ci sono le Agende rosse, Muovi Palermo, Azione civile, Cittadinanza per la magistratura, Contrariamente, Antimafia Duemila, Addio Pizzo, Associazione Attilio Manca, Comitato 23 maggio, Coordinamento Palermo ciclabile, Ruota Libera, Resistenza antimafia, Associazione nazionale familiari vittime di mafia, Centro studi Paolo Giaccone, Ossermafia.
“Vogliamo manifestare la nostra solidarietà a Di Matteo – ha detto Simone Cappellani, portavoce delle Agende rosse – Sappiamo quanto gravi sono le minacce che arrivano da Riina. Non vogliamo che riaccada quello che è accaduto nel 1992″. Alla manifestazione ance il governatore Rosario Crocetta. “Sono qui come presidente della Regione – ha detto – ma soprattutto da cittadino che esprime la preoccupazione dei siciliani rispetto alle gravi minacce nei confronti di Di Matteo. Queste minacce non fermano il suo lavoro e quello della Procura e la rivoluzione in atto nella nostra regione. Queste esternazioni di Riina creano tensioni tra la gente, fanno cambiare l’analisi facilona di chi sostiene che la mafia ha abbandonato la violenza”.
Il presidente della Regione, Rosario Crocetta, è stato contestato da alcuni esponenti del movimento ‘No Muos’ mentre si trovava in piazza Massimo, per la manifestazione di solidarietà al pm. “C’è il rischio che la mafia torni a sparare – dice il governatore della Regione Siciliana – Non pensiamo che sia un fenomeno che appartiene al passato”. A una donna che gli diceva di “aver venduto la Sicilia agli americani”, Crocetta ha risposto: “Si deve vergognare, scegliere un momento antimafia per parlare di questione ideologiche che uno neanche sa non è opportuno. E’ ideologica e stronza”.
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