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Renzi a Palermo: “Le larghe intese sono finite” | E al comizio arriva Crocetta /VIDEO

Il giorno dopo il confronto tv con i due Civati e Cuperlo, contendenti nella corsa alla segreteria nazionale del Partito Democratico, Matteo Renzi arriva a Palermo. Una giornata particolare per il sindaco di Firenze, che dribbla con astuzia sia gli scontri in corso tra alcune frange dei manifestanti No Muos in corteo e le forze dell’ordine, e persino telecamere e taccuini, che da oltre un’ora lo attendevano all’ingresso del cinema Rouge et Noire, nei pressi del Teatro Massimo, dove si è svolto lo “show” elettorale del democratico.

“Le larghe intese sono finite, Berlusconi non c’è più, è all’opposizione. Il governo deve mettersi a correre e finalmente fare le cose. Basta con i rinvii, con le perdite di tempo, fare le cose e farle bene”. Lo ha detto Matteo Renzi, a margine della convention a Palermo.

“Ci sono tre possibilità – dice Renzi -: andare in piazza a insultare per il Vaffa Day assieme a un partito politico che ha 160 parlamentari, che costano 4 mln di euro al mese e che vogliono mandare tutti a quel paese; Un ritorno al passato, votando il centrodestra che ha fallito, oppure provare a cambiare il Paese. Ieri al dibattito in tv i tre candidati del Pd hanno cercato di fare cose belle, senza offenderci, senza insultarci ma facendo proposte”.

Il Cavaliere, tuttavia, resta sempre il nemico numero uno. “Occhio a sottovalutate Berlusconi, è come i gatti: ha sette vite. Berlusconi non ha saputo governare in questi ultimi 20 anni – ha aggiunto – però è bravissimo a fare opposizione e a fare la campagna elettorale. A chi in passato ha votato Berlusconi ed è ora deluso, che gli diciamo vai via, non ti vogliamo? No, siccome sono italiani come noi, gli dobbiamo dire di provare a fare qualcosa insieme”.

“Nel mio modello di Pd la prima cosa che faremo è una gigantesca campagna nelle scuole, per ricordarci chi siamo. Dall’8 dicembre – ha detto il sindaco di Firenze – il Pd avrà un nuovo segretario, una nuova lista di riferimento. La prima cosa da fare è ridurre i costi della politica, che ci costa 2,5 miliardi l’anno, un miliardo si potrebbe recuperare abolendo le province e trasformando il Senato, nella Camera della Autonomie. Abbiamo il doppio dei parlamentari degli Usa, se da mille passiamo a 600 ce ne faremo una ragione”. “Poi c’è la legge elettorale da fare sul modello di quella per l’elezione dei sindaci, e l’abolizione di organismi che non servono. Rottamare – ha concluso – significa non solo mandar via chi è da 30 anni lì e abolire organismi che non servono”.

“Se vinco le primarie penso all’organizzazione di una grande iniziativa per parlare del Mediterraneo, perché la Primavera è stata tradita e Bengasi ormai sta diventando il quartiere generale di Al Qaida”

Anche il governatore della Sicilia, Rosario Crocetta, ha seguito l’intervento di Matteo Renzi. Crocetta è arrivato alla fine, Renzi lo ha saluto interrompendo il suo discorso in un cinema affollato, con decine di persone rimaste fuori per questioni di sicurezza.

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Si24 è un quotidiano online di cronaca, analisi, opinione e approfondimento, fondato nel 2013 e con sede a Palermo. Il direttore responsabile ed editore è Maria Pia Ferlazzo.

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