Caccia alla ‘rete protetta’ di Messina Denaro | Chi aiuta adesso la latitanza del superboss?

di Redazione

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Caccia alla ‘rete protetta’ di Messina Denaro | Chi aiuta adesso la latitanza del superboss?

| venerdì 13 Dicembre 2013 - 17:37

Il cerchio intorno a Matteo Messina Denaro si stringe sempre di più. Resta adesso, però, da capire cosa possano significare nell’economia mafiosa del super latitante i 30 arresti di oggi. Tra le domande che si pongono gli investigatori riamane in sospeso l’interrogativo su chi adesso aiuterà Messina Denaro nella sua latitanza.

Secondo uno degli investigatori, dopo l’arresto della sorella e dei “fidati nipoti”, la caccia a Matteo Messina Denaro non diventa certo più facile. Se da un lato è vero che non si è mai stati così vicini alla sua cattura è però altrettanto vero che non sono stati fatti veri e propri passi avanti nella comprensione della logistica del latitante, che potrebbe anche nascondersi in una provincia diversa da quella di Trapani”.

Una delle certezze che gli investigatori si sentono di confermare è l’intensità delle indagini, perché “bisogna concentrarsi in via esclusiva su determinati soggetti”, con un lavoro “chirurgico e selettivo”. Chi aveva in mano la gestione dei rapporti economici e chi, come la sorella e i nipoti, poteva garantire una certa continuità nella pianificazione delle strategie economiche del boss adesso in manette potrebbero quindi essere messe in difficoltà. Anche se gli investigatori conoscono la capacità di sopravvivenza alla latitanza di Messina Denaro ed escludono che questa possa essere messa in pericolo dagli arresti di oggi.

“Queste persone –  -spiegano gli investigatori – si occupavano del sostentamento economico della latitanza ma non degli aspetti logistici della latitanza. E quindi chi lo può ancora aiutare?” Le indagini ripartono dunque da questo punto e l’attenzione si concentrerà sugli insospettabili, quelle figure rimaste sullo sfondo in tutti questi anni di latitanza del boss del Trapanese. “Diciamo che crediamo in una pista parallela – spiega uno degli investigatori – e diciamo che in questa pista c’è una ‘rete protetta’ composta dai favoreggiatori della latitanza in senso stretto”.

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