Gli organi di Giuseppe Lena, il giovane studente di Medicina morto alla fine di un allenamento di arti marziali in una palestra di Palermo, hanno salvato la vita di quattro persone in tutto il Paese grazie alla donazione autorizzata dai genitori.
Il prelievo degli organi, iniziato la scorsa notte, è terminato questa mattina alle cinque. Subito dopo le equipe chirurgiche hanno raggiunto i rispettivi centri trapianto per iniziare gli interventi sui pazienti a cui erano stati destinati gli organi. Contestualmente alle operazioni di prelievo è stata effettuata l’autopsia sul cadavere del ragazzo da parte del professore Paolo Procaccianti, incaricato da Ilaria De Somma, il sostituto procuratore titolare dell’inchiesta sulla morte del giovane. Tutte le operazioni di controllo, verifica e assegnazioni degli organi sono state gestite dal Coordinamento operativo del CRT.
Il fegato del ragazzo, che in un primo momento doveva essere destinato in parte a un paziente cinquantenne dell’Ismett e in parte a un bambino di un anno ricoverato al Bambin Gesù di Roma, è stato poi mantenuto integro e lasciato al centro di Palermo, perchè le condizioni del minore si sono aggravate e non hanno permesso l’intervento. I reni di Giuseppe Lena sono stati assegnati uno al policlinico di Catania per un paziente di 41 anni e l’altro sempre all’Ismett di Palermo per un giovane venticinquenne malato. Mentre il cuore e i polmoni sono stati trapiantati in combinato al Policlinico San Matteo di Pavia su un paziente di 51 anni in urgenza nazionale gravissima. Non è stato possibile prelevare le cornee perché il magistrato non ha dato l’autorizzazione.