È corsa all’Ars per l’assunzione di nuovo personale esterno. Una falla nella legge appena approvata sulla spending review permetterebbe infatti di garantire il posto di lavoro a tutti i dipendenti “con contratto in essere al momento dell’entrata in vigore della norma”. Quindi, anche se il contratto è stato firmato soltanto il giorno prima.
Indiscrezioni di Palazzo sostengono che in poco più di 15 giorni saranno decine i contratti stipulati e anche che la settimana di tempo trascorsa (stranamente) tra l’approvazione dell’articolato della legge e il voto finale in Sala d’Ercole sia servita – insieme alle due settimane che passano dall’approvazione alla pubblicazione in Gazzetta ufficiale del testo – a dare il tempo ai parlamentari regionali di predisporre i contratti per gli esterni. Sarebbe, dunque, un differimento pilotato. Ma il dubbio è anche: a carico di chi saranno queste assunzioni?
All’inizio della legislatura il presidente dell’Ars, Giovanni Ardizzone, aveva dato un’indicazione: “Comportatevi come se fosse già in vigore il decreto Monti”. E così, il comportamento dei gruppi è stato abbastanza disomogeneo. Gli estremi sono il gruppo del Pd, che impiega soltanto dipendenti stabilizzati, e il gruppo del Movimento 5 Stelle, che ha invece ben 15 contratti in essere con esterni.
“All’inizio della legislatura – spiega Giancarlo Cancelleri, capogruppo dei grillini all’Assemblea regionale siciliana – nessuno degli stabilizzati ha voluto lavorare con noi poiché, prima di decidere chi prendere, abbiamo chiesto i curriculum. Ne arrivarono soltanto sei, due li abbiamo scartati e quindi ad oggi sono solo quattro i dipendenti che si trovano nel nostro gruppo. Per fare al meglio il nostro lavoro, però, avevamo bisogno di gente in gamba che sapesse almeno scrivere un testo di legge”. Il portavoce del M5S ha anche annunciato che entro l’entrata in vigore della legge sulla spending review altri cinque contratti saranno stipulati: “La base ci ha autorizzato con un referendum su internet”.
A portare a galla la questione, è stata la polemica di Pietro Galluccio, dipendente del gruppo dell’Mpa, per una presunta lettera del gruppo dell’Udc al presidente Giovanni Ardizzone. Secondo quanto riferito da Pietro Galluccio, dipendente del gruppo dell’Mpa a Palazzo dei Normanni, il partito del presidente dell’Ars avrebbe inviato “una nota nella quale motiva l’assunzione di nuovo personale. In tale nota – spiega Galluccio – si farebbe riferimento al fatto che le professionalità necessarie all’attività del Gruppo non sarebbero state individuate fra il personale dei cosiddetti stabilizzati dei Gruppi parlamentari”.
“A tal fine – prosegue Pietro Galluccio nella lettera inviata al presidente Ardizzone – si ritiene di dover far presente che il sottoscritto, e per quanto è dato sapere, nessun collega, è stato contattato dal Gruppo dell’Udc né per un colloquio né per l’invio del curriculum né per altri passi necessari alla verifica delle professionalità”.
“Tanto si doveva – conclude Galluccio – a tutela dell’immagine e della professionalità del sottoscritto, che non può non ribadire (anche alla luce del noto esubero di personale presso il Gruppo Mpa presso cui è attualmente assunto, ancorché senza aggravio di costi per i parlamentari dello stesso gruppo) la disponibilità al transito presso qualsiasi gruppo parlamentare dell’Assemblea che ritenesse di dover usufruire della mia ventennale esperienza di precario Ars”.
Al gruppo dell’Udc sono già in essere tre contratti ad esterni voluti – sempre secondo indiscrezioni – dal capogruppo Calogero Firetto, dal deputato Nino Dina e una direttamente dal ministro della Pubblica amministrazione e leader regionale del partito, Gianpiero D’Alia.
“Non so nulla di questa lettera, è una iniziativa del capogruppo Firetto”, ha dichiarato il parlamentare regionale Mimmo Turano. La notizia di questa richiesta di “motivate assunzioni” ha fatto invece infuriare il deputato regionale Alice Anselmo: “Non so nulla di questa lettera – ha detto – quindi mi auguro sinceramente che non sia stata inviata a nome del gruppo dell’Udc. Anche perché non c’è ragione di prendere ancora qualche esterno quando ci sono i dipendenti già stabilizzati”.
Interpellato sulla vicenda, il presidente dell’Ars ha detto anche lui “di non saperne niente. E che comunque “non è una questione di cui si deve occupare la Presidenza di Palazzo dei Normanni”.