Reddito minimo per le famiglie povere: l’Ars dice sì | Finanziaria al rush finale. Il diktat di Crocetta

di Maria Teresa Camarda

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Reddito minimo per le famiglie povere: l’Ars dice sì | Finanziaria al rush finale. Il diktat di Crocetta

| martedì 14 Gennaio 2014 - 17:20

L’Assemblea regionale siciliana ha approvato l’articolo 41 della legge di stabilità regionale che istituisce il reddito minimo per le famiglie povere. Dopo le norme sulle coppie di fatto, quindi, il Parlamento siciliano ha affrontato, nell’ambito della discussione dei documenti economici, un altro tema profondamente sociale.

Grazie a questa legge, per ora soltanto nel 2014, le famiglie al di sotto di una certa soglia di reddito potranno ricevere un assegno dall’amministrazione regionale non superiore ai 400 euro a sostegno della propria economia. Tecnicamente si chiama “sostegno all’inclusione attiva” (Sia), è istituito con un fondo da 15 milioni di euro, alimentato dai ribassi d’asta relativi ai contratti di servizio stipulati dall’amministrazione, per finanziare la misura; un milione di euro, in particolare, è destinato alle strutture accreditate presso l’Agea (Fondazione Banco alimentare-Banco delle opere di carità) che operano in Sicilia per l’organizzazione di servizi di emergenza alimentare. Le modalità di accesso al fondo e di integrazione al reddito saranno definite entro 120 giorni con decreto dell’assessore alla Famiglia.

Una battaglia da sempre appannaggio del Movimento 5 Stelle, diventa una vittoria del governatore Crocetta che, a pochi minuti dall’approvazione della norma, invia una nota in cui specifica che “il testo dell’articolo è stato riscritto dal Governo”.

Soddisfatte con riserva tutte le parti politiche. “La norma a sostegno delle famiglie povere è giusta, ma occhi aperti. Chiedo all’assessore – ha detto il democratico Fabrizio Ferrandelli – la massima vigilanza per evitare che gli estorsori di voti e di diritti, soprattutto nelle periferie, speculino sulla disperazione e sul bisogno della gente per barattare voti o per fare affari, a cominciare per esempio, dalla richiesta di denaro per la compilazione di moduli e per seguire l’iter della pratica”.

“Bene la norma – ha detto il capogruppo del Nuovo Centrodestra, Nino D’Asero – ma facciamo anche il massimo perché di questi interventi non si debba più aver bisogno. Aiutiamo realmente l’imprenditorialità, specialmente le microimprese che creano posti di lavoro e benessere diffuso. Un primo passo in questa direzione sarebbe quello di sospendere per un anno i debiti verso Irfis, Crias e Ircac, di quante fra queste sono in difficoltà momentanea”.

Stanziati anche 700 mila euro, per l’anno corrente, per il contributo all’autonoma sistemazione degli alluvionati del messinese. Si tratta di contributi destinati a quelle famiglie rimaste senza casa a seguito delle alluvioni che hanno colpito diversi comuni della stessa provincia negli ultimi anni. “L’emendamento del Movimento 5 Stelle – afferma la deputata all’Ars Valentina Zafarana, prima firmataria dell’emendamento – ha il merito di ampliare il raggio d’azione della norma, destinando il fondo, non solo agli alluvionati di Saponara e Barcellona, ma anche a quelli di Giampilieri, Scaletta Zanclea e San Fratello”.

All’Ars, per arrivare al voto finale, manca soltanto il nodo dell’articolo 46 della manovra su “Disposizioni varie sulla spesa”: dai fondi vincolati ai comuni, alla gestione dei servizi idrici integrati. Il governo aveva provato a presentare una riscrittura in 51 commi, ma le opposizioni si sono ribellate. E il nodo dell’articolo 18 sul “Rifinanziamento delle leggi di spesa”, per cui il presidente dell’Ars ha riunito nuovamente la Conferenza dei capigruppo per tentare di trovare un accordo che permetta di superare l’impasse.

Dopo molte riunioni, ristrette o allargate, l’Aula proverà ad arrivare all’approvazione entro la serata di oggi. Con il monito del governatore Crocetta: “Su salva-imprese, liquidazione società partecipate e tagli ai Cda non mediamo”.

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