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Un nuovo pentito della mafia palermitana | Giuseppe Micalizzi parla di pizzo e omicidi

Un nuovo pentito della mafia palermitana, Giuseppe Micalizzi, 41 anni, che viveva a Monreale (Pa), parla degli affari delle cosche, di estorsioni e omicidi. I pm Francesco Del Bene e Sergio Demontis hanno depositato – come scrive il Giornale di Sicilia – le sue dichiarazioni nel procedimento, dice il Giornale di Sicilia, ”nuovo mandamento” scaturito dall’inchiesta che nell’aprile ’13 portò all’arresto di 37 persone tra cui Micalizzi dipendente di un ipermercato e nipote del boss Saro Riccobono.

Micalizzi, che si sarebbe pentito lo scorso giugno, era al servizio del boss monrealese Giuseppe Lucido Libranti e parla anche della lupara bianca di Giuseppe Billitteri scomparso nel marzo 2012 da Monreale. La procura palermitana ha chiesto per l’inchiesta ”nuovo mandamento”, utilizzando anche le dichiarazioni di Micalizzi, il rinvio a giudizio di 61 persone per estorsione, omicidio, coltivazione di droga, furto di bestiame.

Ci sono anche due carabinieri in servizio a Monreale, Giovanni Gerardo Ramacca e Francesco Gallo, tra le richieste di rinvio a giudizio per le tre operazioni denominate Grande mandamento messe a segno lo scorso anno. Rischiano il rinvio a giudizio Antonino Sciortino, Salvatore Mulè e Giuseppe Speciale che vengono considerati, rispettivamente, il capo del “grande mandamento” di Camporeale, san Giuseppe Jato e Partinico, il capo famiglia di san Giuseppe Jato e il reggente di Partinico.

Nell’inchiesta è finito anche l’ex sindaco di Montelepre Giacomo Tinervia, arrestato ad aprile dai carabinieri,con le accuse di concussione e concorso in estorsione. Secondo la Procura, Tinervia avrebbe ricevuto una mazzetta di 7000 euro da un imprenditore e avrebbe fatto da intermediario tra la vittima e le cosche nella riscossione del pizzo. A carico del sindaco una serie di intercettazioni in cui il presunto capomafia Giuseppe Lombardo raccontava delle tangenti pagate a “Giacomino”. Tinervia si è difeso davanti al gip smentendo che si facesse riferimento a lui e sostenendo che il “Giacomino” di cui si parlava fosse un omonimo.

Seguono Giuseppe Lucido Libranti, Francesco Lo Cascio, Giuseppe Lo Voi, Giuseppe Lombardo, Giuseppe Marfia, Francesco Matranga, il collaboratore Giuseppe Micalizzi, Francesco Vassallo, Giuseppe Antonio Vassallo, Salvatore Tocco, Vincenzo Madonia, Christian Madonia, Antonio Badagliacca, Davide Buffa, Francesco Sorrentino, Salvatore Romano, Santo Porpora, Domenico Billeci, Carmelo La Ciura, Onofrio Buzzetta, Vincenzo La Corte, Ignazio Grimaudo, Giovanni Rusticano, Salvatore Lombardo, (classe 1922), Salvatore Lombardo, classe 1969 (latitante), Giacomo Maniaci, Giuseppe Abbate, Antonino Giambrone, Angelo Cangialosi, Giacomo Tinervia, Sergio Damiani, Calogero Caruso, Antonino Lonbardo, Santo Abbate, Francesco Abbate, Vincenzo Giuseppe Cucchiara, Vito Donato, Salvatore De Simone, Salvatore Prestigiacomo, Raimondo Liotta, Rosario Parrino, Valica Buzila, Giovanni Longo, Sebastiano Bussa, Giovanni Battaglia, Vincenzo Battaglia, Giovanni Cannella, Baldassarre Di Maggio, Pietro Ficarotta, Gaspare Lo Cascio, Salvatore Voi, Giuseppe Mulè, Vincenzo Mulè, Antonino Parrino, Demetrio Schirò e Sebastiano Spica.

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