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Il ministro Cancellieri in Commissione Antimafia | “Grave che le intercettazioni di Riina siano finite in Tv”

“Escludo che ci siano stati accordi tra il Dap e l’Aisi diversi da quelli stabiliti dalla convenzione”. Lo ha detto il ministro della Giustizia Annamaria Cancellieri in commissione Antimafia in merito al cosiddetto “protocollo farfalla”, ossia un accordo intercorso tra servizi e Dipartimento dell’amministrazione penitenziaria per raccogliere elementi utili dai detenuti in 41bis.

“Tutte le relazioni su Riina sono già state portate all’attenzione della Procura nazionale antimafia per i possibili risvolti investigativi”, ha detto la Guardasigilli, spiegando che anche “dell’acquisizione del materiale relativo a una conversazione con la moglie in cui l’ex boss mafioso sminuisce le minacce al pm di Palermo Di Matteo riportate dalla stampa è stata data comunicazione il 13 gennaio alla Procura nazionale antimafia e alla Direzione distrettuale”.

Secondo la Cancellieri “è gravissimo che il video in cui Riina parla con un altro detenuto, Alberto Lorusso, e tra l’altro rivolge minacce ai magistrati di Palermo, “sia andato in tv”. Ma “su questo materiale il Dap ha fatto tutti gli approfondimenti possibili e non sono emersi elementi per procedere ad accertamenti ulteriori”.

“Attualmente Riina non fruisce dei momenti di socialità”, cioè i contatti con altri detenuti predisposti in carcere con un preciso protocollo ai fini del recupero del detenuto. Ha detto il ministro della Giustizia. “A mio avviso – ha aggiunto – non c’è stata nessuna triangolazione tra Riina, suo figlio Giovanni e Alberto Lorusso”, il detenuto ora trasferito, con cui Riina parla nei video contenenti le minacce.

Cancellieri ha spiegato come funziona la procedura per definire l’abbinamento dei detenuti per i momenti di socialità e ha escluso la “triangolazione”, cioè che ci possa essere stato un abbinamento tra Lorusso e Giovanni Riina, al di là di quello tra Lorusso e Totò Riina. “L’individuazione dei detenuti per i momenti di socialità – ha spiegato il Guardasigilli – spetta alla Direzione generale detenuti e trattamento e prevede la condivisione con la Procura nazionale antimafia”. In sostanza la Direzione che fa capo al Dap, quindi all’amministrazione penitenziaria, “propone una rosa di nomi tra i quali la Procura antimafia sceglie”. Inoltre “i gruppi di socialità non sono mai superiori a quattro detenuti e nella scelta si tiene conto di vari fattori: risultanze giudiziarie, gravità del reato, fine pena”.

“Questo – ha spiegato il ministro – per evitare che facciano parte del gruppo degli ‘esordienti’ oppure dei soggetti non definitivi o con un fine pena troppo ravvicinato, il che comporterebbe il rischio di una possibile diffusione di informazioni”. Nel caso di Riina, dove l’abbinamento era di due sole persone – ha detto Cancellieri – la Direzione detenuti e trattamento ha indicato 4 nomi: due affiliati alla camorra, fine pena mai; un affiliato alla sacra corona unita, anch’egli fine pena mai; e un quarto esponente della sacra corona unita, Lorusso, appunto, fine pena il 15 ottobre 2022. La scelta della Procura nazionale antimafia è caduta su Lorusso.

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