Maxi discarica abusiva sequestrata a Palermo /VIDEO /FOTO | Amianto, sfabbricidi e animali morti nel cuore di Falsomiele

di Maria Teresa Camarda

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Maxi discarica abusiva sequestrata a Palermo /VIDEO /FOTO | Amianto, sfabbricidi e animali morti nel cuore di Falsomiele

| martedì 04 Febbraio 2014 - 08:42

Maxi blitz questa mattina nel quartiere di Falsomiele a Palermo. I carabinieri della Compagnia di piazza Verdi hanno sequestrato una mega discarica abusiva nascosta in mezzo ai palazzi della zona, eseguendo alcuni ordini di custodia cautelare su richiesta della locale Direzione Distrettuale Antimafia.

Sono quattro i provvedimenti applicati dal Gip. Le misure hanno riguardato i titolari e i dipendenti della ditta individuale “Ribaudo Salvatore”, che opera nel settore del movimento terra e trasporto dei rifiuti. Salvatore Ribaudo, 53 anni, e il figlio Claudio, 25 anni, sono finiti in carcere. Agli arresti domiciliari il dipendente Francesco Ginex, 46 anni, mentre a Veronica Ribaudo, 29 anni, è stato imposto il divieto di dimora nel capoluogo siciliano (guarda le foto degli arrestati). Nel corso dell’operazione “Rifiutiamoli” sono stati sequestrati beni aziendali per circa un milione di euro.

Il sito in cui è stata realizzata la discarica abusiva, un’area rurale di oltre 4 mila mq immersa negli agrumeti a margine del quartiere Falsomiele, a poco meno di 300 metri dal centro abitato, è stata tenuta sotto controllo per mesi, con videosorveglianza e perlustrazioni dall’alto. È stato così possibile accertare l’accumulo di metri cubi di amianto, sfrabbricidi, materiale di risulta e altre sostanze tossiche, come il mercurio. In un video, addirittura, è stato ripreso il seppellimento di un cavallo morto.

Le intercettazioni telefoniche effettuate nell’ambito delle indagini hanno dimostrato come Salvatore Ribaudo e il figlio Claudio Ribaudo, fedelmente coadiuvati dal dipendente Francesco Ginex, siano stati in grado di sovrintendere ad una fitta rete di clienti ai quali hanno fornito, con conferimenti a cadenza giornaliera al costo medio di 250 euro a trasporto, servizi incontrollati di smaltimento e riciclaggio di rifiuti anche pericolosi con un devastante impatto ambientale e una preoccupante indifferenza per la salute pubblica.

Di fatto, anche grazie ai sequestri portati a compimento, si è dimostrato come la moltitudine dei trasporti di ogni tipo di rifiuto fosse coperta attraverso la redazione, scritte dalla figlia del titolare Veronica Ribaudo, di false attestazioni documentali che indicavano prestazioni differenti rispetto a quelle realmente fornite, normalmente si riferivano alla movimentazione di sabbia.

Nessuna protezione per il terreno sottostante, infatti, è stata predisposta e il rischio dunque, adesso al vaglio della Procura della Repubblica, è che i rifiuti tossici abbiano inquinato le falde acquifere sottostanti, che riforniscono alcuni terreni agricoli della zona.

Le conseguenze negative per l’ambiente sono di proporzioni allarmanti nella considerazione che i carotaggi eseguiti hanno dimostrato, tra i rifiuti, la presenza di materiali isolanti contenti amianto, eternit, rifiuti dell’attività di costruzione contenenti mercurio nonché terre e rocce contenenti sostanze pericolose; il tutto conferito in un terreno permeabile ed altamente vulnerabile per la presenza di una falda acquifera da cui, peraltro, i vicini pozzi attingono.

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