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Agenzia beni confiscati, Bindi vuole chiarimenti | “Ritardi e inefficienze nella gestione”

Il presidente della commissione parlamentare Antimafia, Rosy Bindi, ha rilevato e lamentato “ritardi e inefficienze nella gestione dell’Agenzia per i beni confiscati alla mafia” al termine dell’audizione del prefetto Giuseppe Caruso. Per questo motivo chiede interventi precisi a partire dall’elenco delle nomine di tutti gli amministratori giudiziari e dei coadiutori, dei loro compensi e una mappa dei beni di cui sono responsabili che dovranno essere forniti alla commissione.

In audizione sono stati chiesti chiarimenti in particolare sull’incarico affidato all’avvocato Mario Bellavista, che dopo la rimozione di Luigi Turchio, è stato incaricato della liquidazione dei beni di Pietro Lo Sicco. Bellavista, infatti, è stato difensore di Lo Sicco.

La commissione ha quindi chiesto di chiarire se risponda al vero che “l’avvocato di un mafioso ha avuto la nomina come amministratore dall’Agenzia dei beni confiscati alla mafia. “Bellavista, che mi assumo la responsabilità di aver nominato – ha spiegato Caruso – ha difeso Lo Sicco in passato, ma non per un reato di mafia. Dopo la nomina lo ha fatto rilevare e ha dato le dimissioni, e benché non ci sia incompatibilità, per motivi di opportunità abbiamo accettato”.

Altra nomina su cui sono stati chiesti ragguagli è quella dell’avvocato Andrea Gemma, nominato da Caruso amministratore dell’ingente patrimonio derivante dai beni sequestrati al costruttore Vincenzo Piazza, considerato vicino alla mafia, fino a fine dicembre amministrato da Gaetano Cappellano Seminara. A Caruso è stato chiesto se sia vero che Gemma lavori nello studio della moglie del ministro dell’Interno Angelino Alfano.

“Gemma – ha spiegato Caruso – è stato segnalato in sede di consiglio direttivo come persona che aveva già risolto il problema Valtur. E’ un professore universitario, non mi risulta faccia parte dello studio della moglie di Alfano. Sta di fatto che ha risolto il problema, è stato remunerato con totali 150mila euro per lui e altri due giovani avvocati, lo stesso importo che prima prendeva una sola persona”, ossia Cappellano Seminara, indicato da Caruso tra gli amministratori che hanno preso “parcelle stratosferiche” e che “siedono anche nei cda delle aziende confiscate, facendo da controllore e controllato” al tempo stesso.

“Noi, io – ha detto Caruso – devo verificare l’uso sociale-istituzionale del bene confiscato. Questo è il compito dell’Agenzia, che è diverso da quello che svolge l’autorità giudiziaria in fase di sequestro. Come mai, con Cappellano Seminara – ha detto Caruso – avevamo decine di immobili bloccati e c’erano criticità che abbiamo rilevato dai bilanci e che non sono state rimosse? Noi avevano il problema dell’assegnazione di decine di immobili al Comune di Palermo e ora abbiamo potuto destinare 30 edifici così come potremo destinare molti appartamenti all’emergenza abitativa”.

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