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Arrestato per corruzione il sindaco di Calatafimi Ferrara | Ai domiciliari anche due imprenditori palermitani /VIDEO

Il sindaco di Calatafimi, Nicolò Ferrara, 57 anni, è stato arrestato dalla Polizia con l’accusa di corruzione, falsità ideologica e turbativa d’asta. Con Ferrara sono stati arrestati anche due imprenditori palermitani, Ettore ed Enrico Crisafulli, padre e figlio di 69 e 34 anni, che devono rispondere di intestazione fittizia dei beni. Il gip ha disposto per tutti i domiciliari.

Ettore Crisafulli, che ha precedenti per associazione mafiosa, bancarotta e truffa ai danni di enti pubblici, in passato è stato sottoposto a programma speciale di protezione perchè era stato testimone nell’ambito di procedimenti penali legati alle vicende di Angelo Siino, noto come il ‘ministro dei lavori pubblici’ di Totò Riina. I Crisafulli sono pure indagati per violazioni penali in materia di subappalto e di assunzione di “lavoratori a distacco”.

L’inchiesta, coordinata dalla Procura di Trapani e svolta dalla Squadra mobile, è stata avviata a seguito della denuncia di un dipendente dell’impresa edile ‘Simaco’ (gestita dai Crisafulli), la società aggiudicatrice dei lavori di urbanizzazione primaria di contrada Sasi a Calatafimi. L’indagine, non ancora conclusa, coinvolge altre otto persone e tra queste ci sono anche alcuni dipendenti comunali. Nel corso dell’operazione sono state effettuate 11 perquisizioni domiciliari e personali a Calatafimi-Segesta, Palermo, Roma e Salaparuta a carico dei tre arrestati e di altri 8 indagati in stato di libertà.

Gli indagati sono Giovanni Amico, 61 anni; Giovanni Caruso, 31 anni; Diletta Ciminna, 34 anni; Vincenzo e Salvatore Guida, di 31 e 63 anni; Fabio e Paolo Ienna, di 36 e 26 anni;  Pietro Lo Porto, 48 anni; Giuseppe Vanella, 35 anni.

Le indagini hanno tratto spunto dalla denuncia presentata da un dipendente dalla Simaco srl, un’impresa edile gestita dai Crisafulli e appaltatrice dei lavori di urbanizzazione primaria della zona artigiana di contrada Sasi a Calatafimi – Segesta, in merito a presunte pressioni patite circa l’assunzione di lavoratori da parte di tecnici incaricati dal Comune.

Gli investigatori avevano puntato l’attenzione sulla dismissione, mediante asta pubblica, indetta dal Comune di Calatafimi Segesta di alcuni autocompattatori utilizzati per la raccolta di rifiuti nel territorio comunale. Il sindaco, secondo l’accusa, aveva incassato 3.000 euro dall’imprenditore Francesco Fontana, di Calatafimi, per assicurargli l’aggiudicazione della gara. Di qui l’accusa di corruzione, mentre quella di falsità ideologica si deve a un provvedimento a sua firma, con cui invitava il responsabile del settore Finanziario a sospendere l’asta pubblica, perchè l’amministrazione stava valutando la possibilità di ripristino dei mezzi oggetto della gara. Un modo per guadagnare tempo, secondo l’accusa, e trovare un modo di favorire Fontana con una turbativa d’asta. Interrogato dagli inquirenti, Fontana ha ammesso di aver pagato la tangente al sindaco.

Il primo cittadino del Trapanese è inoltre indagato a piede libero e in concorso con altri soggetti per abuso d’ufficio continuato. L’accusa riguarda la nomina a responsabile dell’Ufficio Tecnico di Calatafimi-Segesta di una persona priva di laurea e già in servizio presso il Comune di Salaparuta. Una delibera sindacale inerente alla convenzione tra i due Comuni prevedeva una retribuzione di 16mila euro l’anno per lo stesso funzionario e diverse determine sindacali gli avevano inoltre garantito un ingiusto vantaggio patrimoniale.

 

Redazione

Si24 è un quotidiano online di cronaca, analisi, opinione e approfondimento, fondato nel 2013 e con sede a Palermo. Il direttore responsabile ed editore è Maria Pia Ferlazzo.

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