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Regione, domani si discute la riforma delle province | Crocetta contro le proteste dei regionali: “Non le capisco”

Alla vigilia della conferenza dei capigruppo prevista per domani all’Ars, Rosario Crocetta, governatore della Regione siciliana parla dei punti all’ordine del giorno e annuncia: “Domani in Assemblea regionale si apre una partita importantissima, quella dell’istituzione dei Liberi Consorzi e c’è la necessità di una intesa tra tutte le forze politiche. I nuovi Consorzi non possono essere la ripetizione delle vecchie politiche e neppure enti di spesa, ma vanno concepiti come organi di programmazione poichè devono essere i comuni i veri protagonisti della vita politica siciliana”.

Per Crocetta “le funzioni finora svolte dalle Province devono essere decentrate ai comuni, trasferendo anche le risorse necessarie”. “In questo quadro – sostiene Crocetta – va chiarita in Parlamento la posizione del Nuovo centrodestra che fa parte del governo nazionale e che a Roma sostiene l’abolizione delle Province, mentre in Sicilia mi sembra che tentennino parecchio”. “Su questioni importanti come le riforme – è l’appello del governatore – non si possono assumere posizioni in base alla partecipazione o meno nel governo ma occorre avere coerenza. E questo vale per tutti”.

Crocetta, poi, sposta l’attenzione nei confronti di chi ha portato in piazza i dipendenti regionali. “Chi rivendica un solo centesimo in più per una specifica categoria – dice – sottrae risorse ai disoccupati e ciò non solo non è legalmente possibile ma è una chiara manifestazione di egoismo che danneggia tutta la società siciliana e chi è senza lavoro”.

“Non riesco a capire la protesta – continua il governatore – a meno che qualcuno non intenda cavalcare la situazione di difficoltà per spingere i dipendenti a rivendicare aumenti salariali, che sono vietati dalla legge nazionale”. “Pur in un momento difficile per la pesante eredità del passato – prosegue – la Regione è riuscita a dare una prospettiva. Chi soffia per spingere il corporativismo fa un danno enorme alla Sicilia, la strategia attuale non può che essere quella della conservazione dei posti di lavoro e della riorganizzazione in termini di efficienza del sistema regionale”.

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