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Il Consiglio comunale di Gela davanti alla sede dell’Ars | Proteste contro il ddl che abolisce le Province /VIDEO

“Il disegno di legge sui consorzi dei liberi comuni, che oggi approda all’Ars, è viziato da palese incostituzionalità perché non garantisce alle municipalità siciliane una reale libertà di adesione a nuovi raggruppamenti diversi dalle disciolte province ma costringe i centri più popolosi a rimanere ingabbiati nei confini di quei vecchi territori provinciali. Per questo andiamo a protestare a Palermo, pronti a ricorrere alla Corte Costituzionale, se non sarà modificata”.

È questa la posizione unitaria di maggioranza e opposizione del Consiglio comunale di Gela che, sostenuto dai soci di 50 associazioni di volontariato aderenti al “Comitato per lo Sviluppo dell’Area Gelese”, si riunirà in seduta straordinaria e urgente nel piazzale antistante Palazzo dei Normanni, con la partecipazione di del sindaco, Angelo Fasulo (nella foto) e degli assessori della sua giunta di centro-sinistra.

Da tempo Gela ambisce a sganciarsi da Caltanissetta e a diventare capofila di uno dei consorzi di comuni. Nella scorsa legislatura, un’apposita proposta di legge di iniziativa popolare (oltre 13 mila firme) fu respinta dall’Ars. E ora anche il governatore, Rosario Crocetta, suo ex sindaco, sembra ostacolare questo progetto. I deputati regionali gelesi, Giuseppe Arancio (Pd) e Giuseppe Federico (Mpa), presenteranno due emendamenti all’articolo 1 del ddl, ritenuti indispensabili per restituire libertà di adesione ai comuni.

Questo il testo della proposta. “All’articolo 1, primo comma, vengono cancellate le parole “le province assumono la denominazione di liberi consorzi di comuni” e vengono sostituite con le seguenti: “le province sono soppresse, la Regione istituisce i Liberi Consorzi tra comuni”. Il secondo comma dell’art. 1 è così sostituto: “I comuni, entro centoventi giorni dalla data di pubblicazione della presente legge, aderiscono volontariamente al libero consorzio e la relativa adesione deve essere ratificata dal consiglio comunale. La popolazione dei liberi consorzi non può essere inferiore alla soglia dei 150.000 abitanti e superiore ai 500.000 abitanti. Il comune con il maggior numero di abitanti assumerà il ruolo di capofila di ciascun libero consorzio”.

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