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Impegno Italia, Letta mostra i muscoli | Oggi in direzione la controffensiva di Renzi

Da Largo del Nazareno il silenzio è tombale. Matteo Renzi non si lascia sfuggire una parola, almeno ufficialmente sul patto di coalizione presentato da Enrico Letta nella sala dei Galeoni di palazzo Chigi. Il suo staff, una volta tanto, mantiene la posizione del leader segno che, forse, la determinazione mostrata dal premier deve aver “destabilizzato” i piani del segretario nazionale del Pd.

Enrico Letta si è presentato ai giornalisti con piglio determinato e sicuro: “Sto cercando di proporre un metodo per risolvere una crisi che se affrontiamo senza attenzione alla logica della cristalleria può finire male. Dobbiamo stare molto attenti e gestirla con molta attenzione”. Più che un consiglio sembra un avvertimento, quello di Letta, che prima all’indirizzo del suo segretario aveva detto senza troppi preamboli: “Chi si vuole sedere al mio posto a palazzo Chigi, lo dica con chiarezza”. Parole che servono a rispondere in differita al segretario del Pd che dopo l’incontro alla presidenza del Consiglio con il capo del governo aveva detto più o meno in questi termini: “Domani ci sarà un chiarimento”.

Adesso infatti, la vera prova del nove – quella pubblica – è attesa per oggi pomeriggio quando la direzione nazionale dei Democratici dovrà affrontare il tema della tenuta del governo. Con un passaggio fondamentale in più: non si tratta più dell’immobilismo del premier Letta, che in poche ore ha ribaltato la questione e compilato il ‘famoso’ foglio excel chiesto da Renzi. Si tratta invece, se così sarà, di una partita a due con il voto del parlamentino nazionale che sarà chiamato a pronunciarsi – quasi certamente – sulla relazione del segretario.

Renzi vivrà certamente ore difficili e febbrili. Dovrebbe cioè convincere i “suoi” che il programma di Letta non è condivisibile nel merito e che i tempi dettati da Letta – ormai senza scadenza a proposito della durata della legislatura (“finché le riforme non saranno completate” ha detto) – non siano affidabili. Dovrà sfiduciarlo insomma. Che è quanto vuole ufficialmente e apertamente Enrico Letta.

Tutt’attorno si leggono o si smorfiano le parole degli altri protagonisti dell’affaire: Napolitano che da Lisbona liquida con “sciocchezze” l’ipotesi di nuove elezioni. E, perché no, anche il peso specifico del potente zio di Enrico Letta, Gianni, gran visir alla corte di Berlusconi. Proprio le influenze di Letta senior sul cavaliere potrebbero fare la differenza e costringere Renzi ad un ridimensionamento delle ambizioni – nonostante le sue smentite – che lo vedevano già seduto a palazzo Chigi entro la settimana. Ore febbrili che scorreranno attraverso linee roventi. Si parla in queste ore, attorno ai palazzi del potere romano, di ripetute telefonate e di un’azione di collante del presidente Napolitano. La resa dei conti, comunque, è vicina.

Elena Di Dio

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Elena Di Dio
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