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Ddl Province, tutti contro tutti all’Ars | L’accordo di maggioranza potrebbe crollare

Dopo una lunga discussione, a tratti molto accesa, e un faccia a faccia tra Rosario Crocetta e Antonello Cracolici (Pd), le colombe della maggioranza, guidate da Lino Leanza (Articolo 4), sono riuscite a mediare e a ricompattare la coalizione, riunita a Palazzo dei Normanni col governatore, attorno al testo di riforma delle Province condiviso nel vertice al Nazareno.

Stemperate le tensioni, la maggioranza sta tentando nuovamente il coinvolgimento delle opposizioni che, dopo aver in un primo momento lasciato la stanza del vertice, sono tornate poi al tavolo della riunione, nella stanza del governo. Alcuni deputati della minoranza avevano riferito che l’intesa che era stata raggiunta dalla maggioranza a Roma “in realtà non esiste”. “È stato imbarazzante assistere alle liti tra Crocetta e Cracolici”, ha detto il capogruppo del Pid-verso Forza Italia, Toto Cordaro.

Il clima si sarebbe surriscaldato quando Antonello Cracolici, presidente della commissione Affari istituzionali, ha riferito di avere chiesto un parere agli uffici su alcuni emendamenti del governo al testo base, incardinato in aula, e ha cominciato a leggere un documento. A quel punto Crocetta lo avrebbe interrotto più volte, provocando la reazione di Cracolici che ha stracciato il foglio.

Le opposizioni, intanto, avevano posto tre quesiti di mediazione a maggioranza e governo: elezione diretta dei presidenti o delle assemblee dei Liberi Consorzi, numero dei consorzi e competenze. “Il testo del governo è incostituzionale, su questo non c’è dubbio: l’elezione diretta è indispensabile”, avrebbe detto il capogruppo della Lista Musumeci-verso Forza Italia, Santi Formica, che già ieri in Aula aveva posto la pregiudiziale, poi respinta dal voto parlamentare.

Rispetto al testo emendato dal governo, l’ipotesi sul tappeto è adesso quella dell’elezione del presidente dei Liberi Consorzi da parte dei consiglieri di tutti i comuni che aderiranno al consorzio senza voto ponderato dunque, che rimane valido invece per la composizione delle assemblee.

L’Aula riprenderà la discussione sul testo cercando di arrivare il prima possibile al voto finale, ma si fa sempre più strada l’ipotesi di una proroga dei commissariamenti nelle Province. Secondo alcuni deputati d’opposizione senza un testo condiviso è probabile che per scongiurare il ritorno al voto la Regione provveda alla nomina di nuovi commissari alle Province.

Ma l’assessore alle Autonomie locali Patrizia Valenti ha rassicurato i parlamentari regionali sulla “non perentorietà” del termine del 15 febbraio per l’approvazione del testo: “Lunedì scade il mandato dei commissari che avevamo nominato, ma se la legge viene approvata nei primi giorni della settimana prossima siamo in tempo per incardinare la riforma”.

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Maria Teresa Camarda

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Maria Teresa Camarda
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