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Renzi al Quirinale: ecco l’incarico| Fiducia al governo entro la settimana

Nel salone della Vetrata del Quirinale è un fermento di fotografi e cineoperatori. Tutti schierati nelle prime file delle poltroncine riservate ai giornalisti per immortalare il momento giusto, l’espressione meno convincente, il battesimo, nelle parole del presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, dell’esecutivo guidato da Matteo Renzi. Il secondo di questa diciassettesima legislatura che proviene dalle scelte di Palazzo e non dall’espressione del voto popolare. Che nel febbraio di un anno fa aveva messo nero su bianco il “dramma” di una rappresentanza politica sostanzialmente divisa in tre senza possibilità di formazione di un governo, con l’allora presidente del consiglio incaricato, Pierluigi Bersani, stretto nella morsa di un immobilismo che non gli ha permesso di trovare alleati che votassero la fiducia per il suo governo.

La ‘virata’ di Napolitano su Enrico Letta, vicesegretario del Pd, e l’apertura alle larghe intese hanno sbloccato una situazione che sembrava incancrenita. A meno di un anno dall’avvio di quella esperienza, Matteo Renzi ha staccato la spina. Nel corso della direzione nazionale Dem del 13 febbraio scorso, il suo discorso è stato netto: il governo Letta non ci ha convinto, deve andare a casa. E il premier per evitare l’onta di una sfiducia parlamentare, il giorno dopo, al Quirinale ha rassegnato le sue dimissioni ‘irrevocabili’. Con questa formula lasciando intendere di non avere alcuna intenzione di sondare la pancia degli umori parlamentari e misurare così il grado di sfiducia raggiunto nelle due Camere del Parlamento italiano.

Dopo consultazioni lampo concluse di fatto nell’arco di un’unica giornata sabato scorso, a parte le audizioni del presidente del Senato, Piero Grasso e della Camera, Laura Boldrini, nella giornata di venerdì, Napolitano ha sentito i leader delle formazioni parlamentari – a esclusione di M5S e Lega Nord che hanno rifiutato l’invito – in meno di dodici ore prendendo una riserva di appena 24 ore per decidere. Ieri pomeriggio l’annuncio della convocazione al Quirinale di Matteo Renzi che è arrivato al Quirinale guidando un’Alfa Giulietta. L’incontro è appena cominciato e si prevede possa durare almeno mezz’ora.

Il segretario del Pd, da ieri sera a Roma, lavora di lena alla formazione del suo governo: 18 ministri – e non 12 come era trapelato nelle prime ore – e un esecutivo marcatamente politico con qualche tecnico di riferimento che si occupi probabilmente delle materie più specialistiche. Nodo centrale delle scelte di Renzi è il ministero dell’Economia che deve essere gradito alla Bce. Mentre altro passaggio delicato per assicurarsi la fiducia in Parlamento sono i rapporti con Ncd di Angelino Alfano che ieri ha alzato la posta chiedendo per sé sia il posto di vicepremier che il ministero degli Interni oltre ad altri due ministeri. Richiesta che Renzi non sembra disposto ad assecondare.

Elena Di Dio

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Elena Di Dio
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