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L’omicidio del sindaco Vassallo, parla il fratello: | “Dal Pd chiarezza sulla morte di Angelo”

Antonio Vassallo è per tutti il sindaco pescatore. Assassinato a Pollica il 5 settembre del 2010. Provincia di Salerno, perla dell’area del Cilento, Vassallo è stato un modello amministrativo: il suo paese era una perfetta fusione fra sviluppo economico e rispetto dell’ambiente. Quel 5 settembre fu ucciso con una scarica di nove proiettili.

Da allora non c’è chiarezza sui motivi dell’omicidio e soprattutto sui mandanti. Oggi si apre uno spiraglio. Forse. In Colombia, nello scalo aereo di Bogotà è stato arrestato Bruno Humberto Damiani, detto il “brasiliano”, su mandato di cattura internazionale emesso dal gip del tribunale di Salerno il 26 giugno del 2011. Viene considerato una ‘pedina’ nel complesso giro d’affari sporchi della malavita salernitana. Colui che potrebbe offrire spunti importanti per fare chiarezza nelle indagini che vanno avanti da 41 mesi.

Dario Vassallo (nella foto) è il fratello di Angelo. E da 41 mesi, da quando il sindaco pescatore è stato ucciso a colpi d’arma da fuoco mentre rientrava a casa a bordo della sua auto,non smette di portare in giro la storia del fratello e le ragioni che rendono obbligatorio fare chiarezza.

“Questo arresto era nell’aria da tanto tempo – dice a Si24.it – si tratta di un tassello che si aggiunge ai tanti aperti nell’inchiesta. Ci aspettiamo risvolti positivi ma con calma e ponderazione. Sinceramente non credo che questo ultimo elemento di cronaca possa stravolgere l’impianto dell’indagine. Nel caso di Damiani è come seguire una pecora che pascola da sola, deve portarci al gregge”.

– Lei è stato critico in passato riguardo alle prime fasi delle indagini

“E quando l’ho fatto sono stato querelato. Certo è che mancano alcune significative ore nell’indagine nell’immediatezza dell’assassinio di Angelo. Mi auguro che Damiani, che considero solo una pedina di un puzzle molto più grande e complicato, possa decidersi a parlare. Noi, abbiamo creato – in questi tre anni – una fondazione dedicata a mio fratello e attraverso le nostre pubblicazioni dimostriamo come il modo di amministrare di mio fratello fosse un modello di sviluppo sostenibile, una bella politica, in grado di trasformare senza violentarlo un territorio. E soprattutto metterlo a frutto. Mio fratello faceva bella politica”.

– Ma suo fratello, secondo lei, perché è stato ucciso: si parla del suo tentativo di bloccare lo spaccio di droga nel suo paese.

“La domanda che dobbiamo porci è un’altra: perché si uccide un sindaco di un paese sperduto? Non credo che la risposta sia che si è opposto allo spaccio di pochi grammi di droga, qualche quintale forse. E nemmeno perché ha negato una concessione edilizia. Noi dobbiamo interrogarci: perché è stato ucciso il sindaco di un paese sperduto? La questione è molto più complessa e lo dico da mesi ormai, la politica locale ha grosse responsabilità. Ho chiesto pubblicamente che il Partito democratico, a cui Angelo era iscritto, faccia un’indagine politica sulla morte di mio fratello. L’ho chiesto a Migliavacca, l’ho chiesto a Bersani e ora l’ho chiesto ufficialmente al nuovo segretario Renzi. Dubito che lo faranno mai”.

– Perché pensa che il Pd debba “indagare” sulla morte di suo fratello?

“Perché se mio fratello non fosse stato lasciato solo dai suoi compagni di partito, non sarebbe stato ucciso. Oggi io farei altro e anche lei. E soprattutto Angelo farebbe altro”.

Approfondisci la storia di Angelo Vassallo su www.fondazionevassallo.it

Elena Di Dio

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Elena Di Dio
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