Province, Crocetta smentito e “rimproverato” dal Quirinale | “Ha riferito confusamente il contenuto di conversazioni personali”

di Maria Teresa Camarda

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Province, Crocetta smentito e “rimproverato” dal Quirinale | “Ha riferito confusamente il contenuto di conversazioni personali”

| lunedì 03 Marzo 2014 - 08:45

Crocetta smentito e “rimproverato” dal Quirinale. “Il presidente della Repubblica nel corso della sua recente visita a Catania ha pronunciato un solo intervento, il cui testo è sul sito internet del Quirinale (leggi qui). Non ha autorizzato nessuno a riferire più o meno confusamente il contenuto di conversazioni personali”, ha scritto in una lettera il segretariato generale della Presidenza della Repubblica.

La comunicazione del Quirinale è arrivata in risposta a una lettera del Comitato Pro Province con cui si chiedevano chiarimenti sul possibile apprezzamento del Capo dello Stato Giorgio Napolitano sulla riforma delle Province targata Crocetta e ancora in discussione all’Assemblea regionale siciliana.

“Napolitano è assolutamente schierato a favore del disegno di legge che abolisce le Province”, avrebbe detto il governatore Rosario Crocetta, secondo il Comitato Pro Province, riferendo il contenuto delle conversazioni personali e private avute a margine della visita in Sicilia. “Al Presidente della Repubblica – aveva aggiunto il governatore – ho parlato delle resistenze al cambiamento che stiamo avvertendo in Sicilia, specie in questi giorni di dibattito sulla riforma delle Province all’Ars. Gli ho promesso un documento che illustra la vicenda, ma intanto Napolitano ci ha invitato ad andare avanti sulla via dell’abolizione delle Province, senza ulteriori ritardi. Il Capo dello Stato, peraltro, ha ragionato sulla sovrapposizione di organi istituzionali registrata in questi anni. Spero che l’Assemblea raccolga il suo appello”.

Un resoconto che non ha convinto il Comitato che si batte per la salvaguardia delle Province, che ha scritto immediatamente al Quirinale per avere chiarimenti sulla base di tre considerazioni: primo, “le Province, ente ed istituzione, già inserite nella Costituzione Italiana dai padri costituenti, hanno acquisito valenza e legittimità costituzionale a seguito della recente riforma del Titolo V, e che tali modifiche confermate da un apposito referendum, si applicano anche alle regioni a statuto speciale”; secondo, “la soppressione dell’ente sovracomunale, può avvenire, in quanto modifica costituzionale, soltanto attraverso la doppia lettura nei due rami del Parlamento ed approvate con una maggioranza dei due terzi, oppure a maggioranza, ma con facoltà di ricorrere al referendum confermativo da parte del popolo italiano”; terzo, “la recente sentenza della Corte Costituzionale ha di fatto stabilito l’illegittimità del decreto Monti, che prevedeva la soppressione delle Province per accorpamento e la trasformazione in ente di secondo grado, abolendo l’elezione diretta degli organi rappresentativi, in violazione dei principi costituzionali e della carta europea delle autonomie locali”.

Da qui la risposta del Colle che nega l’appoggio di Giorgio Napolitano alla riforma degli enti locali in Sicilia e “ammonisce” il presidente della Regione Crocetta per aver riferito “confusamente il contenuto di conversazioni personali”. “I cittadini italiani in generale e in maniera particolare i siciliani – ha detto il presidente del Comitato Pro Province, Salvatore Giuseppe Sangiorgi – prima ancora di rispettare le regole hanno assoluto bisogno di credere nelle Istituzioni e nell’autorevolezza dei loro rappresentanti, anziché assistere quotidianamente all’uso improprio ed arbitrario del potere, facendo sistematicamente forzature sulle leggi, con il solo rischio di trasformare l’Italia, da Stato di Diritto a vera e propria anarchia”.

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