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Tradimenti da Oscar, storie d’amore infedele nel grande cinema /FOTO

Hollywood da sempre racconta storie di amori traditi. L’infedeltà è uno dei temi più battuti dalla cinematografia internazionale per esprimere un profondo cambiamento, l’evoluzione di un personaggio, la cesura tra un passato spesso infelice e la promessa di un destino migliore.

Passioni travolgenti e trame intricate che ci hanno lasciato col fiato sospeso. Risvolti inquietanti e sofferenze che non vorremmo mai vivere sulla nostra pelle. Volenti o nolenti, il potere del grande schermo è riuscito a raccontare il tradimento con intensità tale da spingere lo spettatore all’immedesimazione più totale e spesso alla comprensione del misfatto. Chi non ha desiderato per Clint Eastwood e Meryl Streep un futuro insieme lontano dai I ponti di Madison? Chi non ha sognato a occhi aperti che Owen Wilson lasciasse in tronco la sua promessa sposa per Marion Cotillard in Midnight in Paris?

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AshleyMadison.com, social network dell’extraconiugale, celebra, in occasione della Notte degli Oscar, le pellicole – entrate a buon diritto nei capolavori dell’arte cinematografica – che meglio hanno saputo raccontare l’infedeltà emozionando e divertendo gli spettatori. Vi stupirete ma molte delle storie più romantiche degli Academy Awards affondano le radici in un amore infedele!

Divorzio all’Italiana: regia di Pietro Germi, premio Oscar 1963 come Miglior sceneggiatura originale. Una menzione particolare va a questo grande classico del cinema di casa nostra. Nel 1960, ad Agromonte, immaginario paese della provincia catanese, si svolge il dramma amoroso del barone siculo Ferdinando Cefalù – interpretato da un brillante Marcello Mastroianni. Stanco della moglie troppo oppressiva e assillante (Rosalia) e invaghito di una cugina sedicenne Angela, elabora un diabolico piano. Poiché il divorzio non è ancora ammesso dal codice, induce la consorte al tradimento e – colta in flagrante – la uccide avvalendosi delle attenuanti previste per il “delitto d’onore” (abolito solo nel 1981). Condannato a una pena minima, può finalmente sposare Angela che a sua volta cederà alla tentazione del tradimento. Una commedia intelligente e graffiante, che attraverso uno spaccato umoristico e caricaturale, racconta la realtà di un’intera nazione oppressa, nelle leggi e nei costumi, da retaggi culturali arcaici.

Accadde una notte: regia di Frank Capra, premi Oscar 1935 come Miglior film, Migliore regia, Miglior sceneggiatura, Miglior attore protagonista e Miglior attrice protagonista. Nella filmografia d’epoca, troviamo “Accadde una notte”, primo film a vincere agli Academy Awards i cinque maggiori riconoscimenti. Il soggetto affronta l’infedeltà dal punto di vista femminile: Ellie Andrews (Claudette Colbert), giovane e ricca ereditiera, vuole sposare King Westley. Sperando di farle cambiare idea, il padre la rinchiude nella cabina dello yacht di famiglia. Dopo l’ennesima discussione, Ellie fugge e nel viaggio verso New York conosce Peter Warne (Clark Gable), giovane giornalista spiantato. Il loro rapporto, inizialmente conflittuale, si trasforma ben presto in attrazione tanto da spingere Ellie, dopo una serie di qui pro quo, a scappare dall’altare con Peter. Sullo sfondo della Grande Depressione, “It Happened One Night è un film sulla fame, sull’aver fame, dove l’essere affamati è una metafora dell’immaginare o meglio dell’immaginare un modo di vivere migliore”, come dichiarò il filosofo Stanley Cavell.

Il laureato: regia di Mike Nichols, premio Oscar 1968 come Migliore regia. È il 1968. Nelle note del duo folk rock Simon & Garfunkel risuona l’amore clandestino tra Benjamin Braddock (Dustin Hoffman), promettente rampollo di una famiglia facoltosa e l’affascinante Mrs Robinson (Anne Bancroft), moglie del socio di suo padre. Dall’infedeltà coniugale si passa al triangolo amoroso quando la relazione con la Robinson viene a galla ed Elaine, sua figlia, pur innamorata di Benjamin, decide di sposare un altro uomo. Scapperà dall’altare – a pochi minuti dal termine della celebrazione e ancora in abito da sposa – proprio con Benjamin.

Il paziente inglese: regia di Anthony Minghella, premi Oscar 1997 come Miglior film, Migliore regia, Miglior attrice non protagonista, Migliore fotografia, Migliore scenografia, Migliori costumi, Miglior montaggio, Miglior sonoro, Miglior colonna sonora drammatica. Dal romanzo di Michael Ondaatje, con i suoi nove Oscar entra di diritto in una posizione d’onore nella storia del cinema. Grazie alle cure dell’infermiera Anne, il conte ungherese Lazlo de Almasy (Fiennes) – morente e sfigurato da un incidente aereo – ci fa rivivere, in una serie di flashback e ricordi, la tragica e illegittima passione per Katherine (Kristin Scott Thomas), sposata con il lord inglese Geoffrey Clifton.

Titanic: regia di James Cameron; premi Oscar 1998 come Miglior film, Miglior regia, Miglior fotografia, Miglior colonna sonora per film drammatico, Miglior canzone, Miglior scenografia, Migliori costumi, Miglior montaggio, Miglior suono, Migliori effetti speciali visivi, Migliori effetti speciali sonori. L’amore infedele tra Jack (Leonardo Di Caprio) e Rose (Kate Winslet) ha appassionato i telespettatori di tutto il mondo. La pellicola racconta l’affondamento del RMS Titanic attraverso gli occhi di una Rose ormai anziana. Nell’aprile del 1912, si è imbarcata sulla nave in vista del matrimonio col facoltoso, e non amato, Cal (Billy Zane). La conoscenza con Jack, giocatore e baro, avviene per puro caso: sarà lui a salvarla da un tentativo di suicidio. Tra due ragazzi, appartenenti a classi sociali differenti, sboccia una forte passione consumata quasi sotto gli occhi del promesso sposo Cal. A testimonianza del loro amore, dopo la tragedia, resterà solo un ritratto di Rose.

Shakespeare in love: regia di James Cameron; premi Oscar 1999 – Miglior film, Miglior attrice protagonista, Miglior attrice non protagonista, Migliore sceneggiatura originale, Migliore scenografia, Migliori costumi, Miglior colonna sonora. Nella Londra di Elisabetta I, si combattono vere battaglie fra teatri per assicurarsi le opere dei migliori scrittori. Durante la preparazione di Romeo e Giulietta, Shakespeare si imbatte in Lady Viola (Gwyneth Paltrow) travestitasi da uomo per inseguire la sua passione per il teatro. Scoperta la vera identità di Viola, tra i due sboccia un romantico sentimento. A ostacolare la loro unione, il padre di Viola che la promette in sposa all’odioso Lord Wessex e… ahinoi, i voti nuziali di Shakespeare, che nonostante mantenga dei pessimi rapporti con la moglie, è sposato!

American beauty: regia: Sam Mendes; premi Oscar 2000  come Miglior film, Miglior regia, Miglior attore protagonista, Migliore sceneggiatura originale e Migliore fotografia. Sullo sfondo di una insopportabile e nevrotica middle class, la pellicola narra i turbamenti e le ossessioni generati dall’adolescente Angela (Mena Suvari) su Lester Burnham (Kevin Spacey), un impiegato di mezza età che detesta il suo lavoro. Lester – pur resistendo in extremis alla tentazione – subirà il tradimento di sua moglie Carolyn – una spregiudicata quanto ambiziosa agente immobiliare – che, nel frattempo, intraprende una relazione extraconiugale con il proprio rivale in affari Buddy Kane. L’immagine di Mena Suvari in un letto di rose è entrata nella storia delle immagini-icona del cinema.

Il grande Gatsby: regia di Baz Luhrmann, premi Oscar 2014 come Miglior sceneggiatura e migliori costumi. Tratto dal romanzo omonimo di Francis Scott Fitzgerald e interpretato da Leonardo Di Caprio e Tobey Maguire, “Il Grande Gatsby” è ambientato sulla costa settentrionale di Long Island. Nel West Egg, vive il miliardario Jay Gatsby, gentiluomo misterioso e affascinante, che tutti i fine settimana organizza sontuosi party a cui partecipa tutta la città. Il suo unico scopo, però, è quello di riconquistare il cuore di Daisy, sua vecchia fiamma ormai sposata con Tom Buchanan. I due riusciranno a riunirsi e a vivere una storia struggente che finirà per decretare la fine del grande Jay Gatsby.

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Si24 è un quotidiano online di cronaca, analisi, opinione e approfondimento, fondato nel 2013 e con sede a Palermo. Il direttore responsabile ed editore è Maria Pia Ferlazzo.

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