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Ucraina, l’ambiguità del ministro russo Lavrov | Spari in aria per fermare gli osservatori Osce

Continua la pressione dell’esercito russo sull’Ucraina. Dopo l’assedio di ieri a una base missilistica dell’aeronautica ucraina a Yuharinoy, alla periferia di Sebastopoli, questa notte il Servizio delle Guardie di Frontiera ha denunciato che truppe russe hanno assalito nella notte una delle postazioni di vigilanza ucraine in Crimea, mettendo in fuga le guardia di frontiera e costringendo sulla strada le loro famiglie nel bel mezzo della notte.

Secondo le voci, non ancora confermate da fonti ufficiali, gli aggressori hanno colpito il responsabile delle guardie, che ha tentato di resistere, e preso l’armeria; inoltre, gli aggressori hanno fatto irruzione nelle case dove vivono (le guardie) con le famiglie, hanno requisito il cellulare del responsabile del distaccamento, di sua moglie e di altri ufficiali; e sotto la minaccia delle armi, hanno costretto tutti a raccogliere i propri averi e abbandonare il distaccamento.

Ma le minacce russe si contano anche in campo diplomatico. Il ministro degli Esteri russo, Sergei Lavrov, ha messo in guardia il segretario di stato americano John Kerry contro “un’azione precipitosa o l’imposizione di sanzioni potenzialmente nocive per le relazioni russo-americane”. Anche se oggi ha lanciato dei messaggi più concilianti. “La Russia è pronta ad avere un dialogo onesto ed equo sulla vicenda Ucraina con i partner internazionali per trovare tutti una via per aiutare l’Ucraina ad uscire dalla crisi”.

Intanto, gli osservatori internazionali dell’Osce, ai quali negli ultimi due giorni è stato negato l’accesso alla penisola ucraina della Crimea, hanno tentato di nuovo di entrare nella regione per verificare la situazione ‘in situ’ e verificare se ci siano truppe russe dispiegate. Ma sono stati nuovamente respinti. Secondo fonti dell’organizzazione, a un check-point di frontiera, controllato da milizie filo-russe, sono stati sparati tre colpi in aria di avvertimento. La missione è composta da 54 componenti di 29 Paesi (tra i quali, oltre all’Italia, Usa, Germania, Francia e Regno Unito). La portavoce dell’Orgniasmo internazionale ha aggiunto che gli Stati membri dell’Osce che hanno fornito personale all’operazione discuteranno in questo fine settimana come procedere qualora l’accesso in Crimea venga bloccato anche oggi.

Ma cresce anche l’allarme per la sicurezza dei giornalisti che stanno seguendo gli eventi in Crimea: pare che alcuni reporter ucraini siano stati picchiati da attivisti filo-russi e una troupe televisiva internazionale si è vista sequestrare l’intero equipaggiamento. L’agenzia di stampa AP ha inoltre denunciato che un gruppo di uomini armati ha confiscato l’equipaggiamento a un team di propri dipendenti e contractor e che i componenti della troupe sono stati accusati di essere spie.

Nella notte (ora italiana), il presidente Usa, Barack Obama, e il cancelliere tedesco, Angela Merkel, hanno avuto un colloquio telefonico e hanno deciso per l’invio di osservatori internazionali nella penisola della Crimea. Lo ha reso noto la Casa Bianca con un comunicato. La conversazione telefonica è stata la terza in meno di una settimana tra i due leader, per cercare di trovare una via d’uscita alla crisi.

Nel comunicato, non si fa cenno alcuno alle possibili sanzioni contro la Russia. La Merkel punta dall’inizio della crisi a evitare le sanzioni e cercare una soluzione con il dialogo e la diplomazia, anche se non ha escluso completamente questa ipotesi qualora Mosca mantenesse le sue truppe.

Maria Teresa Camarda

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Maria Teresa Camarda
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