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Il gossip? Un altro passatempo che ormai facciamo da soli

Il gossip ormai è un’altra delle tante attività che facciamo da soli.

Sembra incredibile ma penso di poter affermare con certezza che durante la prima conversazione, non necessariamente intercorsa tra due donne, a qualcuno è sfuggito di bocca un pettegolezzo. Magari accompagnato da un monito del tipo: “Io non ti ho detto niente, tu non l’hai saputo da me”. Il mio preferito è il classico: “Mi raccomando non lo dire a nessuno”, come se non si sapesse che una frase del genere suscita immediatamente l’effetto contrario.

Ma dove è finito il passaparola? Dove sono finiti i bei pettegolezzi di una volta, quando chi aveva una notizia si sentiva potente e non doveva temere la concorrenza spietata di internet, tv e riviste esclusivamente dedicate al gossip? Oggi siamo risucchiati in un vortice frenetico di informazioni provenienti da qualsiasi mezzo di comunicazione e ormai il gossip è divento un altro passatempo che tendenzialmente svolgiamo da soli, davanti a uno schermo.

Perché se prima nei salotti si intrecciavano confidenze e si gettavano le basi dei rapporti sociali con intere conversazioni piene di pettegolezzi; se stavamo ore al telefono con l’amica raccontandoci della figlia della vicina che sembra essere incinta; se andare dal parrucchiere diventava un espediente per essere coinvolte in un turbinio di scoop con varianti quanto mai contorte; adesso tutto questo ci sembra un ricordo sbiadito e ogni volta che si tenta di imbastire una conversazione basata sul gossip tutto è già stato detto, commentato e giudicato.

E non è così solo per i cosiddetti “vip” perché per sapere tutto anche dei propri amici ormai non si prende più il telefono ma basta accedere ad un social network. Non era più divertente prima, mentre si prendeva un caffè o si aspettava con i bigodini in testa? Alle portiere l’ardua sentenza.

Azzurra Sichera

Chi mi conosce ha smesso di comprarmi pigiami e mi regala libri; detesto avere gli occhiali sempre sporchi; soffro di dipendenza da carboidrati; amo e odio la mia città, Palermo, così come non sopporto gli stereotipi sulla Sicilia e i siciliani; la prima cosa che faccio quando inizio un libro è leggere i ringraziamenti; amo le tazze e colleziono "L'apologia di Socrate" di Platone in tutte le lingue.

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Azzurra Sichera
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