Omicidio a Palermo, un uomo ucciso a colpi di pistola alla Zisa | Si tratta del fratello di un boss ergastolano /FOTO /VIDEO

di Redazione

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Omicidio a Palermo, un uomo ucciso a colpi di pistola alla Zisa | Si tratta del fratello di un boss ergastolano /FOTO /VIDEO

| mercoledì 12 Marzo 2014 - 17:53

Omicidio a Palermo. Si tratta di Giuseppe Di Giacomo, un quarantasettenne già noto alle forze dell’ordine, con precedenti anche per mafia, freddato davanti casa in via Eugenio l’Emiro, nel quartiere della Zisa, con diversi colpi di pistola.

Un agguato in piena regola. Secondo una prima ricostruzione degli inquirenti, Di Giacomo che era su una Smart è stato affiancato da due sicari su un ciclomotore: uno ha sparato un primo colpo di pistola mandando in frantumi il vetro del lato passeggero dell’auto. La vittima è scesa dall’utilitaria tentando la fuga ma è stata raggiunta da un killer che gli ha sparato altri colpi di pistola, uno forse in fronte, facendola stramazzare sul marciapiede vicino a un palo. L’uomo si stava recando nella sua sala giochi in via Corradino di Svevia. L’uomo abita nella stessa strada. Insieme alla vittima, in auto, al momento del delitto, c’era anche il nipote di appena nove anni.

Di Giacomo fu arrestato nel 2008 nell’ambito di una maxi operazione “Perseo”, che portò in manette 99 uomini vicini alle cosche, tra cui anche diversi boss emergenti, ma era stato assolto 3 anni dopo, nel gennaio del 2011.

La via è stata chiusa dalle forze dell’ordine, che indagano sull’accaduto, sul quale si fa avanti con forza l’ipotesi di una matrice mafiosa. Scene di panico tra le persone che si trovavano sul posto, l’ambulanza del 118 ha dovuto soccorrere una donna colpita da malore.

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Giuseppe Di Giacomo è fratello di un boss storico del mandamento di Porta Nuova, Giovanni, condannato all’ergastolo per mafia e omicidio, considerato uomo di Pippo Calò. Giovanni Di Giacomo era stato condannato per gli omicidi di Natale Tagliavia, trovato incaprettato il 18 settembre ’81 e di Filippo Ficarra, vittima della lupara bianca nel 1982.

È stato anche condannato per il tentativo di uccisione, nel carcere Ucciardone, del boss Gerlando Alberti ”Paccarè”, un esponente della vecchia guardia condannato a morte dalle cosche emergenti. Il suo nome, dopo le dichiarazioni del pentito Francesco Marino Mannoia, entro’ anche nelle indagini per l’omicidio di Sebastiano Bosio, primario di chirurgia cardiovascolare del Civico di Palermo, ucciso nel 1981.

Secondo gli inquirenti la vittima, Giuseppe Di Giacomo, stava tentando di affermarsi come referente del clan di Porta Nuova. L’omicidio di classico stampo mafioso preoccupa molto gli investigatori. Sul luogo del delitto si sono recati il pm di turno, Francesco Grassi, i sostituti Caterina Malagoli e Sergio Demontis e l’aggiunto Leonardo Agueci.

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