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Consegnata a Libera villa confiscata nel Milanese | Sul territorio oltre cento immobili sequestrati

Una villetta di tre piani, a Trezzano sul Naviglio, alle porte di Milano, confiscata nel Duemila, diventa da oggi il quartier generale della legalità e della prevenzione all’infiltrazione mafiosa nelle istituzioni e nell’economia. Questa mattina le chiavi della casa del narcotrafficante Salvatore Di Marco, del clan Guzzardi di Cosa Nostra, sono state consegnate nel corso di una cerimonia ufficiale a Libera, il coordinamento delle associazione da quasi vent’anni in prima linea nella lotta alle mafie.

Si tratta del primo immobile in Lombardia sottratto alla criminalità che l’organizzazione di Don Ciotti gestirà, insieme a quelli di Roma, Bari e Palermo. ”Abbiamo accolto il bando del Comune – ha spiegato Davide Salluzzo, referente Libera per la Lombardia – perché crediamo che in questa zona ci sia bisogno di un presidio. Sono oltre cento gli immobili confiscati in questo territorio, quasi uno ogni mille abitanti”. L’obiettivo ora è rendere la villa un punto di riferimento per i più giovani: aprire una biblioteca, accogliere campus estivi e creare un luogo di acquisto di prodotti provenienti dai beni confiscati alla criminalità organizzata.

Alla cerimonia hanno partecipato il Consiglio comunale dei ragazzi al completo, da cui è nata la proposta del bando, insieme al commissario Giusi Scaduto, che da quasi un anno ‘guida’ Trezzano, dopo che l’amministrazione è stata sciolta, perché il sindaco non aveva più la maggioranza dopo gli arresti di alcuni assessori per corruzione. “In questo momento le mafie – ha detto Don Ciotti, presidente di Libera nel corso dell’inaugurazione – sono più forti. Non dobbiamo sopravvalutarle o sottovalutarle, ma dobbiamo avere la lucidità di dire che in questa situazione grave per l’economia, loro non sono solo infiltrate ma sono presenti”.

La villa è stata ribattezzata ‘Libera Casa Angelo Vassallo’, in memoria del sindaco del Comune di Pollica, in provincia di Salerno, ucciso nel 2010 in un attentato camorristico. “Al sindaco ‘pescatore’ – si legge ora sulla targa all’ingresso del civico 243, in via Leonardo da Vinci – che ha saputo interpretare la legalità come normalità e la responsabilità come bellezza”. Alla cerimonia era presente il figlio Antonio.

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