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La partita delle riforme e il destino di Fi | Il patto Renzi-Berlusconi è a rischio

Se non fosse che il cavaliere, ex, Silvio Berlusconi divide i suoi favori fra troppi contendenti, le parole del capogruppo alla Camera di Forza Italia, Renato Brunetta suonerebbero come la fine annunciata dell’accordo del 18 gennaio al Nazareno quando l’allora segretario nazionale del Pd e il leader di FI concordarono il cronoprogramma delle riforme costituzionali.

Quando ormai è chiaro che la legge elettorale, passata alla Camera – nonostante i dibattuti ma evidentemente ininfluenti dissidi interni al Pd – sarà dibattuta in Senato dopo il ddl di riforma della stessa Camera alta, gli esponenti ‘istituzionali’ del partito di Berlusconi alzano i toni. Brunetta e il ministro per le riforme, Maria Elena Boschi litigano pubblicamente già da ieri. Ma oggi lo scontro è diventato ‘ultimativo’ con Brunetta che indica addirittura il tempo limite delle vacanze di Pasqua per ‘licenziare’ anche al Senato il testo della riforma elettorale.

Un ultimatum che Brunetta sa bene non poter essere rispettato visto che come sottolinea il ministro Boschi in risposta “il testo della legge elettorale deve essere ancora esaminato dalla commissione del Senato e a Pasqua mancano 10 giorni”.

Però Brunetta non è l’unica voce di Forza Italia. Anzi nei giorni dello ‘sconquasso’ del partito di Berlusconi a poche ore dalla seduta della commissione che al Tribunale di sorveglianza di Milano, giovedì 10 aprile, dovrà decidere le misure di sconto della pena a carico dell’ex senatore, il partito azzurro gioca su più tavoli e con strategie confliggenti.

Nelle stesse ore in cui il capogruppo alla Camera alzava il tiro, è toccato al ‘mediatore’ di sempre, Denis Verdini – fiorentino come il presidente del consiglio – continuare la strada del dialogo. Già la scorsa settimana Verdini e il ‘gran cerimoniere’ Gianni Letta in un colloquio privato con Renzi hanno parlato di riforme e in quella sede ribadito la volontà di rispettare i patti siglati fra cavaliere e segretario Pd.

In queste ore Verdini attraverso il portavoce e vicesegretario Pd, Lorenzo Guerini sta cercando però di portare a casa qualche concessione da parte del Pd nel tentativo di evitare la slavina di contestazioni che all’interno di Forza Italia sta montando contro la sua operazione, guarda caso a pochi giorni dalla definitiva fuoriuscita di Berlusconi dall’agone politico attivo e soprattutto dalla campagna elettorale per le europee. Il fronte dei falchi, a cui Verdini è appartenuto, sta affinando la strategia nel tentativo di riacchiappare quel po’ di consensi che solo l’immagine di Silvio Berlusconi riesce a mantenere incollati al simbolo di Forza Italia e soprattutto al suo nome.

Elena Di Dio

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Elena Di Dio
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