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Trapani, sequestro per oltre 15 milioni di euro /I BENI | Colpiti gli eredi di un imprenditore vicino alla mafia di Marsala /VD

La Direzione Investigativa Antimafia di Trapani sta confiscando, ai sensi della legislazione antimafia, beni per un valore complessivo di oltre 15 milioni di euro. La misura patrimoniale riguarda i beni riconducibili a Ignazio Miceli, secondo la Dia inserito nella famiglia mafiosa di Marsala e per questo arrestato nel 2003 sulla base di dichiarazioni del collaboratore di Giustizia Mariano Concetto nell’ambito dell’operazione “Progetto Peronospera”.

Condannato in primo grado a sei anni e otto mesi, Miceli fu assolto in appello nel marzo del 2008. In quegli anni, l’azienda “A.F.M. Trasporti”, intestata a terzi ma secondo la Dia facente capo a Miceli, si era espansa nel settore della distribuzione di prodotti ortofrutticoli nei mercati del Sud Italia: secondo gli inquirenti anche grazie ai condizionamenti del clan camorristico dei Casalesi e in particolare dell’ala Schiavone, e al loro patto con Gaetano Riina, fratello del capo di Cosa nostra, Totò. Miceli sarebbe stato beneficiario di questo accordo, peraltro oggetto di un’indagine che ha portato al sequestro di beni e attività per 250 milioni nel Mercato ortofrutticolo di Palermo.

La confisca ha colpito l’intero capitale sociale e il compendio aziendale della “A.F.M. Trasporti srl”, della “Euro frigo Marsala societa’ cooperativa”, della “A.F.M. Autofrigo Marsala società cooperativa”, di due terreni, di 53 automezzi commerciali e rimorchi isotermici, di 8 rapporti bancari. Il provvedimento ablativo è stato emesso dal Tribunale di Trapani – Sezione Misure di Prevenzione – a conclusione del procedimento di prevenzione a carattere patrimoniale, avviato su proposta del Direttore della D.I.A., nei confronti di un imprenditore trapanese, pluripregiudicato, operante nel settore dei trasporti alimentari, già deceduto.

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