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Si cerca di far luce sulla morte di Jonathan | I compagni hanno fornito versioni contrastanti

Non si riesce ancora a far luce sulla morte di Jonathan Lucas, il 16enne di Losanna, morto martedì notte nella Domus Nascimbeni, un convento trasformato in ostello, dove da lunedì si trova una classe del College de Elysée in gita.

Gli inquirenti stanno interrogando i suoi compagni ma le versioni fornite dai ragazzi non sono univoche: un gioco finito male, un tragico incidente. Alcuni avrebbero pure detto: “Ha fatto tutto da solo”. L’ipotesi che il 16enne fosse scivolato sul pavimento mentre teneva in mano il coltello non sembra convincere gli investigatori: i ragazzi interrogati non hanno infatti fornito la stessa versione dei fatti di quella tragica sera.

Ad essere accertata è la causa della morte: una coltellata al torace che ha raggiunto l’aorta e anche l’esofago. Jonathan aveva anche delle ecchimosi sul naso e del sangue attorno alle ferite. Anche sulla tempestività dei soccorsi si tenta di fare chiarezza per stabilire se sono stati chiamati in tempo utile. Quando il personale del 118 è giunto sul posto, dopo una telefonata da parte delle suore, Jonathan era senza vita in una pozza di sangue.

Il coltello usato sarebbe stato comprato il giorno stesso in un negozio del centro di Roma e ora la polizia sta cercando di risalire al proprietario. Sotto choc gli insegnanti che accompagnavano la classe e le ragazze svizzere, mentre gli altri ospiti dell’ostello stanno fornendo le loro dichiarazioni: di certo, dal secondo piano, hanno sentito provenire urla e schiamazzi.

A Roma sono anche arrivati i genitori del ragazzo distrutti dal dolore: loro pretendono di sapere cosa è successo. Tantissimi i messaggi su Twitter e Facebook in ricordo di Jonathan: i suoi amici hanno postato tantissimi video in cui il sedicenne scherzava, cantava, faceva “la star” come era soprannominato. Anche la fidanzata gli ha scritto: “Ti amo più di ogni cosa, non ti dimenticherò. Ti amo all’infinito e ritorno”.

Azzurra Sichera

Chi mi conosce ha smesso di comprarmi pigiami e mi regala libri; detesto avere gli occhiali sempre sporchi; soffro di dipendenza da carboidrati; amo e odio la mia città, Palermo, così come non sopporto gli stereotipi sulla Sicilia e i siciliani; la prima cosa che faccio quando inizio un libro è leggere i ringraziamenti; amo le tazze e colleziono "L'apologia di Socrate" di Platone in tutte le lingue.

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Azzurra Sichera
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