Categorie: Dal mondo

Ucciso con 25 colpi di tacchi a spillo | La donna: “Io l’amavo e lui era pazzo”

Protagoniste indiscusse di un processo per omicidio sono state un paio di decoltè di velluto blu, ispezionate, usate come prova, maneggiate con cura dai poliziotti che hanno curato le indagini e usate come prova schiacciante durante le ricostruzioni.

Ana Trujillo, una 45enne di origini messicane, è stata condannata per l’omicidio di Alf Stefan Andersson, un professore universitario di Houston di 59 anni ucciso con 25 colpi di tacchi a spillo.

Il cadavere dell’uomo era stato trovato nella notte tra il 9 e il 10 giugno 2013 riverso in una pozza di sangue nel loro appartamento, al 18esimo piano di un lussuoso grattacielo: i due, fidanzati dall’autunno precedente, erano tornati a casa dopo una bevuta assieme, ma la situazione è degenerata intorno alle 2 di notte in seguito a un litigio.

Secondo la tesi dell’accusa, Andersson sarebbe caduto sul pavimento e lei gli si è seduta sopra impedendogli di muoversi, togliendosi la scarpa e iniziando a massacrarlo con il tacco.

Jack Carroll, l’avvocato della Trujillo, sostiene si tratti di legittima difesa: “Era stata aggredita e ha usato l’unica arma che avesse a portata di mano per reagire”. Ma la tesi non convince i giudici, non solo perché lei non ha riportato alcuna ferita, ma anche perché chi l’ha conosciuta, l’ha descritta come una persona abbastanza violenta: a sostegno di ciò, James Wells, l’ex fidanzato di Ana chiamato a testimoniare, ha raccontato di essere stato aggredito in precedenza dalla stessa e senza alcun motivo.

Secondo il racconto dell’ex fidanzato, durante una lite lei lo aveva morso in testa, strappando la pelle dal cranio e urlandogli contro: “Tu sei un uomo morto”. Parallelamente è stata ascoltata la testimonianza di Chanda Ellison, che aveva un relazione con Wells, in cui ha dichiarato sotto giuramento di essere stata costretta a usare un bastone per allontanare la Trujillo da casa sua in seguito a un tentativo di aggressione.

Durante un’interrogatorio filmato dagli inquirenti, Ana ha sostenuto che Andersson fosse come impazzito quella notte perché credeva che lei volesse lasciarlo e, prima di essere arrestata, in un’intercettazione ambientale aveva confidato in spagnolo ad alcuni amici: “Io amavo e lui era pazzo”.

Ana ha giurato di averlo colpito “soltanto un paio di volte” e che si sarebbe resa conto della gravità della situazione solo dopo aver visto il sangue sul pavimento, tentando di rianimarlo con un massaggio cardiaco.

 

 

Francesco Reina

Condividi
Pubblicato da
Francesco Reina
Tags: Alf Stefan AnderssonAna Trujillo