I pediatri lanciano l’allarme: “Un bambino su due non sa nuotare ma sa navigare su internet”

di Azzurra Sichera

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I pediatri lanciano l’allarme: “Un bambino su due non sa nuotare ma sa navigare su internet”

| sabato 12 Aprile 2014 - 18:13

Il XI secolo ci ha abituato alle contraddizioni e spesso i fenomeni sociali e di costume più inusuali arrivano paragonando la vita di ogni giorno con quella parallela che viviamo in rete e sui social network.

Gli esperti della Società Italiana Medici Pediatri (SIMPe) durante i Capri Campus pediatrici 2014 hanno fatto un quadro dei bambini e degli adolescenti italiani: quando c’è da navigare si internet non temono nulla, anche se è propri lì che si nascondono i veri pericoli, mentre dentro l’acqua non riescono nemmeno a stare a galla.

A quanto emerge dagli studi condotti quasi un bambino su due ha paura dell’acqua alta, perché non sa nuotare o perché non sa stare a galla; mentre il 43% degli under 14 non ha mai imparato a nuotare e si troverebbe in difficoltà anche in una piccola piscina.

I dati sono stati diffusi per sottolineare come ancora oggi molti ragazzi perdono la vita perché non sanno nuotare: a morire annegati sono una trentina di ragazzi under 14 ogni anno, a cui si aggiungono poco meno di cinquanta adolescenti fra i 14 e i 18 anni.

Per garantire una maggiore sicurezza in acqua ai giovanissimi nativi digitali – sempre di fronte ad uno schermo, dove si stima passino ogni giorno oltre le due ore, ma ma anche sempre più sedentari e incapaci di fare fronte a prove fisiche – la SIMPe avvia proprio a Capri un percorso di formazione per i pediatri: 200 medici di tutta Italia apprenderanno le corrette tecniche di salvataggio diventandone “ambasciatori” nelle loro Regioni, per diffonderle ai colleghi e ai genitori dei loro pazienti.

A luglio, inoltre, è prevista la prima Settimana Nazionale dell’Acquaticità, organizzata da SIMPe con la collaborazione del Ministero della Salute: in tutta Italia iniziative di informazione sensibilizzeranno la popolazione sulla sicurezza in acqua e sulla necessità di imparare come intervenire per salvare la vita di chi rischia di morire per annegamento. Per sette giorni in 20 località balneari d’Italia due pediatri SIMPe terranno due corsi giornalieri in spiaggia, al mattino e al pomeriggio: 90 minuti in cui chiunque, dalle nonne ai genitori, potrà imparare le tecniche base di salvataggio.

“È inaccettabile che in un Paese come il nostro, con 7.500 chilometri di coste disseminate fra la penisola e le molte isole del territorio, solo poco più della metà dei bimbi sappia nuotare abbastanza bene da potersela cavare in un’eventuale situazione di pericolo – spiega Giuseppe Mele, presidente SIMPe – Il primo messaggio fondamentale per tutti i genitori, perciò, è che i bambini devono necessariamente imparare a nuotare, prima possibile”.

“Purtroppo la conoscenza delle tecniche di salvataggio in caso di annegamento è scarsa fra i genitori e non solo” osserva Mele, e le regole base dovrebbero invece essere note a tutti. Le tecniche base di salvataggio saranno protagoniste dei corsi che formeranno 200 pediatri durante il Capri Campus 2014, così da creare uno ‘zoccolo duro’ di medici in grado di diffondere le conoscenze a colleghi e soprattutto genitori e parenti dei loro assistiti. Corsi simili saranno tenuti dai pediatri così formati nelle 20 località balneari che saranno scelte per diventare protagoniste della prima Settimana Nazionale dell’Acquaticità, a luglio: in un’ora e mezza chiunque, sulle spiagge, potrà imparare che cosa fare se qualcuno sta affogando.

Il progetto prevederà anche la diffusione di materiale informativo: sarà realizzato un quaderno sulla sicurezza in acqua dedicato a bambini fra i 6 e gli 11 anni dove i piccoli, grazie a puzzle, giochi e parole crociate impareranno come giocare fra le onde senza rischi, e un decalogo rivolto agli adolescenti per prevenire l’annegamento e imparare come reagire di fronte a una situazione di pericolo.

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