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Roma, scontri al corteo degli antagonisti | Un ferito grave e cinque arrestati

Il bilancio del corteo degli Antagonisti viene fatto all’alba del giorno dopo, in Piazza Porta Pia, nel cuore di una Roma ferita. Avevano giacche a vento blu e k-way azzurri sopra la tipica “divisa nera”: i nuovi black-bloc, chiamati adesso blu-block, che sabato hanno fatto degenerare la manifestazione degli antagonisti a Roma, hanno rovinato quella che doveva essere una protesta efficace contro il mercato del lavoro. La prima grossa manifestazione del governo Renzi dunque non porta buoni auspici: nella Capitale, è stato un pomeriggio di guerriglia urbana vera e propria.

Sono almeno 40 i feriti, cinque le persone arrestate. Un bilancio preoccupante che si appesantisce con due feriti gravi: il primo è uno dei manifestanti, un peruviano di 47 anni, ha una brutta ferita alla mano dopo l’esplosione di un petardo che, secondo i testimoni, stava spostando dalla strada. Ferito in modo grave anche un poliziotto, colpito da una bomba carta ad una gamba.

La tensione è salita in prossimità del ministro dello Sviluppo Economico, in via Veneto e in via del Tritone. Mentre il corteo, fino ad allora pacifico, iniziava a lanciare arance e uova, i blu-block sono usciti allo scoperto, usando bottiglie e bombe carta. La risposta della polizia è arrivata con lacrimogeni e cariche. Dal Viminale, il ministro Alfano lancia “la più ferma condanna per gli episodi di violenza verificatisi”, con un ringraziamento speciale alla forze dell’ordine “per la straordinaria professionalità dimostrata”. Sono cinque fino ad ora le persone arrestate.

La violenza infatti poteva davvero trasformarsi in tragedia. I manifestanti, tra senza casa, movimenti No Tav e No Muos, erano più di 15 mila. In 1.500 invece le forze dell’ordine. Al grido di “Ribaltiamo il governo Renzi, cancelliamo il decreto Lupi e jobs Act” gli antagonisti dovevano sfilare da Porta Pia ai ministeri dell’Economia e dello Sviluppo nella tranquillità: il peggio però è successo è il diritto alla casa, la precarietà e l’austerity sono finiti in secondo piano, oscurati da una violenza che ha colpito Roma profondamente. Come sempre, tantissimi negozi sono stati costretti a chiudere per evitare danni, con un calo degli incassi (dati Federmoda) del 70%.

Alessia Bellomo

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Alessia Bellomo
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