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Europee, Alfano si gioca il tutto per tutto| Tre ministri e un sottosegretario in lista

Il colpaccio di Angelino Alfano ha un nome e un cognome: Paolo Bonaiuti. Giornalista al Giorno e poi al Messaggero, l’ex – da ventiquattr’ore – portavoce di Silvio Berlusconi ha passato il fosso e da oggi contribuisce a far crescere la squadra di Nuovo Centrodestra, la formazione politica del ministro degli Interni che per la prima volta dallo strappo col Pdl, il prossimo 25 maggio, si confronterà con il giudice massimo delle preferenze degli elettori.

Paolo Bonaiuti non è un ragazzino e per dirla brutalmente non contribuirà al futuro di Ncd in termini di anni ma certamente l’addio del portavoce storico del cavaliere unito agli ottimi rapporti che ha sempre avuto con tutta la stampa parlamentare italiana, da destra a sinistra, consentiranno al ministro degli Interni una visibilità maggiore di quella che fin qui ha ottenuto per la ‘centralità’ del progetto politico, per il clamore dell’abbandono della casa madre del cavaliere e per il sostegno indispensabile dei gruppi parlamentari alla sopravvivenza in vita prima del governo Letta e poi di quello di Renzi.

Ma è anche il pathos dell’addio di Bonaiuti a Berlusconi che contribuisce al carico di significati di questo passaggio su cui Alfano, con una verve politica che non aveva dimostrato ai tempi della guida del Pdl, sta puntando molte delle sue fiches in vista delle europee.

E per far capire quanto la partita delle elezioni del 25 maggio per lui e il suo Nuovo centrodestra sia la partita della vita (o della morte, politica ca van sa dire), basta scorrere l’elenco dei candidati che Alfano schiera: si defila lui per questioni di correttezza. Da ministro degli Interni è chiamato a controllare la regolarità delle operazioni di voto e decidere di spendere il proprio nome in prima persona sarebbe stato quanto meno poco elegante oltre al fatto di dimostrare la subalternità che c’è e non si può negare di Ncd nei confronti della corazzata di fuoco interpretata dal Pd che senza Renzi in pista e nemmeno nel logo si aspetta un risultato a due cifre e forse oltre il 30% dei consensi.

Alfano quindi passa ma schiera nell’ordine due ministri suoi, Maurizio Lupi capolista nella circoscrizione Nord Ovest e Beatrice Lorenzin nel collegio Centro, uno degli alleati Udc, Gianluca Galletti che guiderà il Nord est e un sottosegretario, Massimo Cassano responsabile della delega al Lavoro capolista nella circoscrizione Sud.

In Sicilia il posto di capolista dovrebbe andare all’europarlamentare uscente Giovanni La Via che punta alla riconferma e soprattutto al ruolo di leadership nell’Isola. Posto che gli contende il palermitano Francesco Cascio. Fino a ieri la sua candidatura, invece di quella di Simona Vicari per orientare su un unico cavallo di razza nella Sicilia occidentale la ricerca dei voti e delle preferenze, sembrava sicura. Nelle ultime ore invece, qualcosa potrebbe essere cambiato senza che però, a meno di 24 ore dalla scadenza per la presentazione delle liste, sia stata fatta chiarezza ufficiale sulle scelte definitive.

Anche Cascio comunque, punterebbe al ruolo di guida del partito in Sicilia ma per imporsi con la forza dei numeri dovrebbe ‘sperare’ – ma il termine è maligno – nel suo successo personale più di quello del partito. Qualcuno, sempre malignamente, parla di un tandem con il segretario regionale dell’Udc, Giovanni Pistorio candidato anche lui nella lista unica, che ‘eroda’ nel territorio catanese di La Via, il patrimonio di voti dell’europarlamentare Ncd.

Elena Di Dio

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Elena Di Dio
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