Agnelli uccisi per le ricette di Pasqua | Il VIDEO choc di Animal Equality

di Maria Teresa Camarda

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Agnelli uccisi per le ricette di Pasqua | Il VIDEO choc di Animal Equality

| martedì 15 Aprile 2014 - 08:31
Sarà presto sulle tavole di molte famiglie  italiane. Lo chiamano agnello pasquale. È una delle ricette della tradizione italiana. Ma il dolore sconvolgente che si nasconde dietro all’uccisione dei cuccioli è ancora sconosciuto alla maggior parte della gente. Per cercare di sensibilizzare gli italiani, e la popolazione mondiale sul tema, l’associazione per i diritti degli animali Animal Equality ha diffuso un video girato con telecamere nascoste in numerosi allevamenti.
Animali stipati in spazi ristretti, senza ripari, in mezzo a rifiuti e rottami; pecore malate, lasciate per ore legate, allontanate dal gregge, senza alcuna cura veterinaria, in attesa della macellazione; agnelli troppo presto separati dalle loro madri, spesso affette da mastite e con le mammelle in necrosi: queste scene, documentate nell’investigazione, non sono che il preludio ad una fine tremendamente dolorosa, come dimostrano le immagini realizzate dagli attivisti.
Un nuovo sconvolgente video, frutto di un’investigazione sotto copertura condotta con telecamere nascoste che svela tremendi atti di crudeltà e maltrattamenti perpetrati nei confronti di agnelli e capretti negli allevamenti e nei macelli italiani a ridosso della Pasqua 2014.

Immagini inediteaccompagnate dalla voce narrante dell’attrice Claudia Zanella, mostrano scene mai viste prima di reali abusi inflitti a cuccioli che, uccisi ad appena un mese di vita, sono destinati a diventare cibo “tradizionale” sulle tavole del nostro Paese, soprattutto nel periodo delle festività.Le riprese mostrano una realtà terribile che, sebbene con numeri in costante diminuzione, coinvolge circa 3 milioni di agnelli e capretti. È questa, infatti, la cifra dei piccoli uccisi ogni anno in Italia per il consumo umano, tra quelli importati dall’Est Europa e quelli allevati in Italia. Questa cifra cresce se prendiamo in considerazione anche pecore, agnellotti e capre, e arriva a superare i 500.000 animali nelle sole settimane precedenti la Pasqua.

“Il materiale raccolto dai nostri investigatori negli allevamenti e nei macelli italiani espone una realtà diffusa e non casi isolati; la breve vita di milioni di agnelli e capretti nel nostro Paese è segnata da violenze inimmaginabili”, dichiara Fabrizia Angelini, portavoce di Animal Equality in Italia.

In un allevamento prima del carico sul camion diretto al macello é stata nuovamente documentata la “pesatura”, una pratica controversa, cruenta e sulla quale la legge italiana non è molto chiara, durante la quale gli agnelli, terrorizzati, vengono legati, issati per i carpi (polsi) e pesati in gruppo. Si tratta di una modalità di contenimento molto dolorosa, che può portare lesioni come strappi muscolari e dei legamenti. Tale posizione é molto innaturale per questi animali e li induce a scalciare nel tentativo di trovare una postura meno stressante, con conseguente rischio di lesioni gravi come la lussazione della spalla o la frattura dei carpi.

All’interno dei macelli le riprese sono sconcertanti: capretti e agnelli terrorizzati, intrappolati nei tunnel che li condurranno verso i loro ultimi istanti di vita. Gli investigatori hanno ripreso le inadempienze dei lavoratori incapaci di stordire gli animali, ai quali viene recisa la gola in stato di coscienza mentre sono in preda al panico e al dolore.
“Nel 2013 il consumo della carne di agnello è calato significativamente. I dati diffusi dalle associazione di settorei parlano chiaro: durante la scorsa Pasqua la richiesta è diminuita del 40% rispetto all’anno precedente. E per il 2014 il calo si preannuncia ancora più significato: mentre in passato l’agnello era presente durante le festività sulla tavola di una famiglia su due, quest’anno un sondaggio condotto da Confesercenti-Swgii ha rilevato che meno di una famiglia su tre ha deciso di continuare questa tradizione, mentre ben il 58% degli italiani si è dichiarato contrario a portare in tavola questi animali. É oramai evidente che nell’opinione pubblica il dibattito sulla sofferenza di questi cuccioli è assolutamente aperto”, afferma Fabrizia Angelini.
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