I tagli di Renzi rovinano i piani di Crocetta | Finanziaria bis a rischio, Sicilia sull’orlo del fallimento

di Maria Teresa Camarda

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I tagli di Renzi rovinano i piani di Crocetta | Finanziaria bis a rischio, Sicilia sull’orlo del fallimento

| martedì 22 Aprile 2014 - 13:29

Nuovi guai per la Finanziaria bis del governo Crocetta, che, dopo l’approvazione del decreto Irpef da parte dell’esecutivo Renzi, rischia di impantanarsi e spingere la Sicilia sempre più vicina al fallimento.

Le rassicurazioni del governatore siciliano Crocetta sulla fattibilità della manovra-bis, infatti, per ripristinare parte delle misure impugnate dal Commissario dello Stato all’indomani dell’approvazione all’Ars di Bilancio e Finanziaria, potrebbero risultare quasi completamente vane: il decreto Irpef approvato dal Consiglio dei Ministri guidato dal premier Matteo Renzi, infatti, prevede ulteriori sacrifici da parte degli Enti locali, che complessivamente subiranno un taglio di 700 milioni di euro. Alla Regione siciliana, in particolare, verranno a mancare almeno 70 milioni di euro.

All’assessorato all’Economia, guidato oggi dal neo incaricato Roberto Agnello, stanno studiando il decreto di Palazzo Chigi che, tra l’altro, non è ancora nella sua versione definitiva. I margini di manovra per la Regione tuttavia sono davvero stretti. E tutti i nodi verranno al pettine già domani quando a Sala d’Ercole prenderà il via l’esame del ddl pagamenti: il testo che arriva a sala d’Ercole, dopo il via libera in commissione Bilancio, prevede, a fronte del mutuo di 1 miliardo per pagare i debiti della pubblica amministrazione verso le imprese, introiti per il gettito Iva di circa 45 milioni di euro, quasi la metà rispetto a quelli che contava di incassare il governo Crocetta nella prima versione del ddl. Risorse che, nei piani del governatore, dovevano servire a dare parte della copertura alla manovra-bis, che dovrebbe arrivare in Assemblea a fine mese. Ma se i sacrifici chiesti a Regioni e comuni dovessero essere confermati nel decreto Renzi, allora i 45 milioni di nuovo gettito confluiranno tra gli accantonamenti, con la Regione che dovrà trovare tra l’altro altri 25 milioni per le esigenze dello Stato.

A ciò si aggiunge il secondo aspetto: il decreto incide anche sul patto di stabilità, irrigidendolo; in questo caso, la Regione dovrebbe congelare ulteriore spesa per 130 milioni. Numeri che rendono davvero complicato per il governo Crocetta portare in Aula la manovra-bis da 350 milioni, pensata per pagare almeno gli stipendi del personale di enti e consorzi, che non ricevono gli emolumenti per via del blocco della spesa, pari a 550 milioni, sancito dall’impugnativa del commissario dello Stato di buona parte della Finanziaria.

Delicati equilibri economico-finanziari che fanno tremare le fondamenta della Sicilia, che potrebbe essere a un passo dal default, più volte ritenuto improbabile dal presidente della Regione, che però non aveva fatto i conti con le manovre di Palazzo Chigi. Non è escluso, infatti, che Crocetta voli a Roma per discutere di questi tagli con il primo ministro Renzi: tra i due il canale di comunicazione è ancora aperto dopo i “patti” che hanno portato alla formazione del nuovo governo siciliano.

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