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Dell’Utri, nuova udienza al tribunale del riesame di Palermo | I giudici rimandano ogni decisione

Il Tribunale del Riesame di Palermo presieduto da Giacomo Montalbano si è riservato di decidere sul provvedimento di arresto nei confronti di Marcello Dell’Utri. I legali dell’ex senatore al termine dell’udienza hanno preferito non rilasciare dichiarazioni. Il collegio si è riservato dopo aver ascoltato le richieste del pg Luigi Patronaggio e la difesa. La decisione – considerata la giornata festiva di domani – è attesa tra sabato e lunedì.

Il ricorso contro la misura cautelare è stato presentato la scorsa settimana dai legali dell’ex senatore che si trova ricoverato in stato di fermo in un ospedale di Beirut, città in cui è stato arrestato sulla base di un mandato di cattura internazionale emesso dai giudici palermitani.

Dell’Utri, secondo la procura generale che ne ha chiesto l’arresto, si era rifugiato in Libano proprio per evitare il carcere nel caso in cui la Cassazione, inizialmente fissata a metà aprile, poi rinviata a maggio, avesse confermato la condanna a 7 anni per concorso in associazione mafiosa disposta l’anno scorso dalla corte d’appello.

L’Italia ha chiesto l‘estradizione dell’ex politico. I giudici del Riesame, probabilmente, oggi si riserveranno la decisione che dovrebbe essere depositata nei prossimi giorni.

L’ordine di custodia cautelare sul quale deve esprimersi il Riesame è stato emesso dalla Corte di appello di Palermo ed è motivato col pericolo di fuga di Dell’Utri in vista della pronuncia della Cassazione che potrebbe definitivamente confermare la condanna a sette anni per concorso in associazione mafiosa. Un pericolo insussitente, secondo i legali dell’ex senatore del Pdl, che perciò chiedono l’annullamento della misura.

I difensori sostengono che Dell’Utri, pur essendosi recato in Libano dov’è stato arrestato, non aveva nessuna intenzione di fuggire e lo proverebbe il fatto nel Paese dei cedri ha usato le sue carte di credito e il suo telefono cellulare, senza quindi adottare nessuna “cautela” per rendersi irrintracciabile.

L’udienza della Cassazione è fissata per il 9 maggio. Il 12 maggio invece scadranno i termini dell’arrestato previsti dalla legge libanese nei casi di richiesta di estradizione.

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