Ciro Esposito è in ospedale, le sue condizioni migliorano. Un vortice di eventi ruotano intorno al suo ricovero: i tafferugli, la sparatoria, il clima surreale durante la finale di Coppa Italia tra Napoli e Fiorentina, giocata in una Roma colpita dall’ennesimo fatto di cronaca nera durante una manifestazione sportiva.
Ciro Esposito è stato colpito da un proiettile al petto, prima che iniziasse la partita: a sparare al giovane, tifoso del Napoli, è stato Daniele De Santis, capo storico della curva della Roma. Lui è stato arrestato per tentato omicidio ma adesso le cose cambiano: anche Esposito è stato arrestato per rissa e De Santis si difende.
“Non sono stato io a sparare”, ha dichiarato alla polizia subito dopo essere stato fermano. Una versione alla quale gli investigatori non credono: De Santis è in arresto dopo le testimonianze raccolte e gli accertamenti tecnici sulle immagini in possesso della polizia scientifica. Su di lui è stato effettuato anche l’esame del guanto di paraffina del quale si attendono gli esiti.
“Mio figlio viene trattato come un delinquente”, la rabbia di Antonella Leardi, la madre di Esposito, scoppia dopo aver saputo che il giovane si trova in stato di arresto “Ieri pensavo che tutta quella polizia c’era per proteggerlo e invece no”, poi lancia un appello: “Se qualcuno ha un po’ di cuore ci aiuti a tutelare nostro figlio, economicamente non possiamo farlo”.
Alla fine sarà il legale di Diego Armando Maradona, Angelo Pisani, a difendere Ciro Esposito. L’avvocato seguirà la famiglia del ragazzo in maniera gratuita insieme con Sergio Pisani, dopo aver avuto mandato dagli zii del ragazzo. Ciro Esposito è piantonato in ospedale: è in stato di fermo accusato di rissa.
Esposito è stato operato ieri al Policlinico Gemelli di Roma: l’operazione è riuscita ma il rischio di paralisi è ancora alto. La madre di Ciro Esposito ha dichiarato di aver perdonato chi ha sparato a suo figlio ma non accetta che venga arrestato.
Un’altra bega per la polizia, al centro di polemiche e contrattacchi da giorni. La maglia con su scritto “Speziale libero” mostrata da “Gessy ‘a carogna”, capo ultrà del Napoli protagonista di quella che ormai viene definita “trattativa tra Stato e ultrà” ha indignato il corpo dello Stato: Speziale uccise l’ispettore Filippo Raciti il 2 febbraio 2007, durante gli scontri nel derby siciliano Catania-Palermo.
Per lui si sta valutando il Daspo o sanzioni amministrative, ovvero multe. Per Gennaro Di Tommaso, tra gli atteggiamenti da sanzionare potrebbe esserci l’avere abbandonato il settore dei tifosi napoletani e ovviamente la scritta sulla maglietta “Speziale libero”. In passato altre persone sono state sottoposte a Daspo per aver esibito magliette con scritte offensive. Provvedimenti poi annullati dopo i ricorsi al Tar.