Il ricordo di Falcone e Borsellino a Montecitorio | Bindi: “L’Italia è un paese ricattato dai corrotti”

di Maria Teresa Camarda

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Il ricordo di Falcone e Borsellino a Montecitorio | Bindi: “L’Italia è un paese ricattato dai corrotti”

| domenica 11 Maggio 2014 - 15:02

Una commissione speciale d’ inchiesta su tutte le stragi irrisolte del nostro Paese, mafiose e terroristiche insieme. La chiede il presidente del Senato, Pietro Grasso, in occasione dell’iniziativa in ricordo di Giovanni Falcone e Paolo Borsellino a Montecitorio. “Ho chiesto una commissione speciale di inchiesta ed ho chiesto che vengano resi pubblici tutti quei documenti che possano dare ai cittadini strumenti di riflessione e di conoscenza”, aggiunge.

“L’eredità di Giovanni Falcone e Paolo Borsellino – Per non dimenticare”: è l’iniziativa organizzata dal Parlamento nell’ambito della manifestazione ”Montecitorio a porte aperte-Eventi”. Alla cerimonia hanno partecipato i presidenti di Camera e Senato, Laura Boldrini e Pietro Grasso, la presidente dell’Antimafia, Rosi Bindi, l’animatore di Libera, don Luigi Ciotti. Al termine dell’incontro è stata inaugurata la mostra fotografica realizzata dall’Ansa dal titolo “Falcone e Borsellino 20 anni dopo”.

“Penso sia arrivato il momento di dedicare una sessione speciale del Parlamento ai temi della corruzione e della legalità”, ha detto il presidente della Commissione Antimafia, Rosi Bindi. “E’ arrivato il momento che la politica esprima un giudizio su se stessa – ha aggiunto. – Ancora una volta quando la magistratura indaga scoperchia la pentola di un Paese ricattato dalla corruzione: ma la memoria di Borsellino ci insegna che la politica può essere sanzionata per via giudiziaria, ma dovrebbe innanzitutto imparare a sanzionare se stessa per via politica”.

“Certamente la corruzione, il falso in bilancio e il riciclaggio e l’auto riciclaggio sono temi importanti, ma ci deve essere un’ iniziativa politica e questa spetta ai gruppi parlamentari. Si possono calendarizzare questi provvedimenti, ma l’iniziativa deve partire dai gruppi”, ha spiegato Laura Boldrini rispondendo all’appello lanciato da Don Luigi Ciotti affinché anche altri temi del Ddl Grasso, dopo il voto di scambio, siano all’esame delle aule del Parlamento.

La mafia “certamente esiste ancora, c’è in varie forme, non ha più una mera connotazione territoriale, è estesa e questo ci deve portare ad alzare sempre la guardia, ad essere sempre più vigili su questo tema. Non bisogna però pensare che la mafia abbia vinto, perché questo non è vero”, ha aggiunto la presidente della Camera.

Le indagini giudiziarie sulle stragi di Capaci e di via d’Amelio “hanno identificato gli esecutori e i mandanti interni a Cosa Nostra, ma non hanno escluso il concorso nelle due stragi di altre entità esterne”, ha detto l’ex procuratore di Palermo e presidente del Senato, Pietro Grasso. “La storia di Cosa nostra degli ultimi 30 anni – ha aggiunto – è storia di misteri irrisolti, per questo resta un dubbio sui veri fini delle azioni, sui veri mandanti. Purtroppo in molti casi le rivelazioni dei pentiti, i processi, le inchieste hanno chiarito solo in parte i fatti e le responsabilità”. Per Grasso per questo molte volte “è prevalsa l’opinione che la mafia in certi casi, in certi momenti, altro non sia stata che il braccio armato di poteri occulti in grado di poter indicare ai mafiosi strategie, questioni d’affari o politiche da risolvere con la violenza”. Ancora oggi, ha concluso, “i vuoti da colmare, le verità da cercare sono molte e spesso hanno dato adito a una dietrologia mediatica troppo fantasiosa, ma le istituzioni devono sempre tendere alla ricerca della verità, fino all’ultimo respiro la si deve cercare”.

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