Omicidio Biagi, Scajola e le carte segrete | La Procura di Bologna riapre le indagini

di Maria Teresa Camarda

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Omicidio Biagi, Scajola e le carte segrete | La Procura di Bologna riapre le indagini

| mercoledì 21 Maggio 2014 - 19:26

La Procura della Repubblica di Bologna ha aperto un fascicolo contro ignoti per il reato di omicidio per omissione. Le indagini riguardano l’assassinio del giuslavorista Marco Biagi, morto nel 2002 per mano delle Brigate rosse, e seguono alla scoperta di un archivio di documenti in casa dell’ex ministro Claudio Scajola, arrestato per aver favorito la latitanza dell’ex deputato di Forza Italia Amedeo Matacena, e conservati dall’ex capo della segretaria Luciano Zocchi.

L’ipotesi dei magistrati bolognesi è che le Istituzioni che avrebbero dovuto proteggere Marco Biagi dai pericoli che correva, nonostante ne fossero a conoscenza, non abbiano fatto quanto dovevano per evitarne la morte. Per questa nuova indagine, la Procura bolognese – le indagini sono in mano al Pm Antonello Gustapane – avrebbe sentito lo stesso Zocchi e anche la moglie dell’ex ministro del Lavoro, Maurizio Sacconi, all’epoca molto vicino a Biagi. Pare che, nel massimo riserbo, sia stato sentito anche un altro testimone.

Il legale di Claudio Scajola ha negato un coinvolgimento del proprio cliente, ma all’epoca dei fatti, il titolare del Viminale fu costretto a dimettersi proprio per una polemica su Biagi, definito in un’esternazione che balzò all’onore delle cronache “un rompicoglioni che voleva soltanto il rinnovo del contratto di consulenza”. Inoltre, tra le carte sequestrate all’ex ministro è stato trovato un documento in cui un politico, di cui non è stata resa nota l’identità, avvertiva il ministro dell’Interno dei rischi che correva Biagi. Ciò nonostante, il Viminale non assegnò una scorta al giuslavorista.

La riapertura delle indagini, dunque, potrebbe portare presto all’iscrizione di qualche nome noto nel registro degli indagati per un reato non ancora prescritto, qual è quello di omicidio per omissione, previsto dall’articolo 40 del Codice penale: “Non impedire un evento, che si ha l’obbligo giuridico di impedire, equivale a cagionarlo”.

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