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Pedofilia, l’Onu riconosce gli sforzi del Vaticano | ma chiede risarcimenti per le vittime di abusi

Il Comitato Onu contro la tortura ha chiesto al Vaticano una maggiore collaborazione con le autorità civili che perseguono gli abusi nei vari Paesi. Tuttavia ha riconosciuto che la Santa Sede ha attuato “importanti sforzi per la prevenzione degli abusi sessuali contro i minori e le altre persone”. Riconosciute pure “le riforme” per prevenire la pedofilia e “sostenere” le vittime di abusi. In particolare l’Onu chiede anche di garantire alle vittime “risarcimento e piena riabilitazione”.

Dal canto suo la Santa Sede fa sapere che “prenderà” in considerazione i rilievi fatti dall’Onu in merito allo scarso coinvolgimento della polizia nei casi di abusi, sul “trasferimento dei preti” e sul risarcimento da “adeguare”.

Il Comitato Onu contro la tortura ha chiesto inoltre, tra le altre cose, la sospensione immediata dei sacerdoti accusati, pieni poteri d’inchiesta per la nuova Commissione pontificia presieduta dal cardinale Patrick O’Malley, la revisione dei Concordati nazionali, come i patti Lateranensi, nella parte in cui mettono al riparo la gerarchia cattolica dall’obbligo di denuncia dei reati di cui vengono a conoscenza.

Vengono richiesti e oltre gli indennizzi, misure di riabilitazione e cura sia fisica che psicologica per le vittime. E questo deve valere anche per gli Ordini religiosi e non solo quando a commettere l’abuso è stato un sacerdote del clero secolare. Il Vaticano dovrà infine pubblicare sul proprio sito ufficiale le Raccomandazioni del Comitato in più lingue.

Redazione

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  • È sorprendente come pochi sappiano che in Europa, negli anni della seconda Guerra Mondiale, non c'erano solamente i campi di concentramento nazisti.

    In Croazia, negli 1942-43, v'erano numerosi campi di sterminio, organizzati dai cattolici ustascia agli ordini del dittatore Ante Pavelic, un cattolico praticante ricevuto regolarmente dall'allora papa Pio XII. Vi erano persino campi di concentramento speciali per bambini!

    Nei campi croati venivano soppressi soprattutto serbi cristiano-ortodossi, ma anche un cospicuo numero di ebrei. Il più famigerato era il lager di Jasenovac; il suo comandante fu per un certo tempo un certo Miroslav Filipovic, un frate francescano temuto con l'appellativo di «Bruder Tod» («Sorella Morte»). Qui, al pari dei nazisti, gli ustascia cattolici bruciavano le loro vittime nei forni, ma vivi, diversamente dai nazisti che prima avevano almeno ucciso le prede col gas. In Croazia, però, la maggior parte delle vittime veniva semplicemente soppressa, impiccata o fucilata. Il loro numero complessivo è stimato fra i trecentomila e i 600.000; e questo in un paese relativamente piccolo. - Molti uccisori erano monaci francescani, armati allora con mitragliatrici. Queste nefandezze perpetrate dai Croati era talmente spaventose, che persino alcuni ufficiali della sicurezza delle SS tedesche, in qualità di osservatori degli avvenimenti croati, protestarono direttamente con Hitler (il che lasciò peraltro indifferente il dittatore). Il papa però fu ben informato di queste atrocità, e non fece nulla per impedirle (MV).

    (Aggiunta dell'Autore: di fronte ai retroscena di questa storia, i reportage dei massmedia sul più recente conflitto serbo-croato nella regione balcanica, dal 1991 al 1995, ha assunto talvolta aspetti addirittura spettrali, giacché vi ricorrevano nomi di luoghi come Banja Luka, o di fiumi come la Sava, dove occasionalmente si invengono ancora oggi scheletri di persone assassinate mezzo secolo fa).

    Terrore cattolico in Vietnam

    Nel 1954 i combattenti per la libertà del Vietnam, i cosiddetti Viet Min, liquidarono finalmente il governo coloniale francese nel Nord Vietnam, che fino allora era stato finanziato con più di due miliardi di dollari dagli USA. Sebbene i vincitori proclamassero libertà religiosa per tutti (la maggioranza dei Vietnamiti non buddisti era cattolica) vaste campagne di propaganda anticomunista spinsero masse di cattolici a fuggire nel sud del paese. Col sostegno della lobby cattolica a Washington, e con l'appoggio del cardinale Spellmann, portavoce del Vaticano nella politica americana - il quale avrebbe in seguito definitio le truppe americane in Vietnam come «truppe di Cristo» - venne progettato un colpo di Stato per impedire elezioni democratiche nel Sud del Vietnam. Da tali elezioni, probabilmente, anche nel Sud sarebbero usciti vincitori i Viet Min comunisti. Di contro, si elesse alla presidenza del Vietnam meridionale il fanatico cattolico Ngo Dinh Diem (MW 16 ff)

    Diem fece in modo che gli aiuti dagli USA, viveri e medicinali, risorse tecniche e d'ogni specie andassero a beneficio dei soli cattolici. I buddisti, o i villaggi a maggioranza buddista, vennero ignorati, oppure dovettero pagare per gli aiuti che i cattolici ottenevano invece gratuitamente. Di fatto, l'unica religione ufficialmente riconosciuta era quella romano-cattolica.

    L'isteria anticomunista si scatenò in Vietnam in modo ancor più brutale che nella sua versione americana negli USA, la famosa «caccia alle streghe» dell'era di McCarthy.

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