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AnnoUno, l’Amnesia e Giulia Innocenzi | Tutti insieme sconclusionatamente

Il tema non è dei più centrali. Anno Uno non centra il bersaglio e manca in pieno gli argomenti della settimana. Appena usciti  dalle elezioni Europee forse ci saremmo aspettati un dibattito sui temi del futuro dell’Unione, ma invece il tema era la “Marijuana”. Legittimo. Cambiamo argomento. Andiamo oltre la politica e trattiamo un tema che fa discutere in tutto il mondo. Ma non è la marijuana e motivi, a torto o ragione, che dovrebbero convincere qualcuno a legalizzarla o meno ad essere protagonista della serata e del dibattito. Infatti il protagonista, quello che rimane nella memoria delle persone è l’Amnesia e in conclusione lo show non in grado di dare spessore al tema.

Non mancava niente. Nella più solida tradizione della scuola Santoro: persone che vivono il mondo in modi profondamente diversi si sfidano tra urla ed accuse. I bianchi contro i neri, un po’ di rissa, tante parole forti e servizi in esterna. Niente di nuovo, insomma. I partecipanti al dibattito sono troppo distanti e dal primo momento sembra chiaro che l’unico obiettivo di alcuni “giovani” presenti in studio sia urlare un sonoro vaffa a Giovanardi.

Il risultato è quello che tutti potevano immaginare: tanta confusione. Sono mancati, più del resto, i contenuti. Le ricerche scientifiche, gli esempi documentali dall’estero, l’analisi economica delle possibili conseguenze che avrebbe la legalizzazione della marijuana: insomma il dibattito, le grida, su tutto. La giovanissima Innocenzi ancora una volta fa un programma per vecchi pieno di giovani.

Un tema molto caro a milioni di persone, non solo ai più giovani, avrebbe meritato qualcosa di più in termini, almeno, di rappresentanti a favore. Perché i contrari alla legalizzazione erano ben rappresentati da Giovanardi che, dal canto suo, metteva a segno ogni opinione e ridicolizzava i ragazzi urlanti dagli spalti. Certo, magari avrebbe potuto invitare i medici, magari si poteva parlare dell’operazione messa in atto da diversi governi sud americani, si poteva raccontare cosa sta succedendo negli Usa e quali sono le oltre 300 patologie cliniche che vengono trattate con la marijuana, ma Giulia ha preferito usare il tocco del suo maestro. Il servizio sensazionale in esterna. 

Ed ecco che dalla legalizzazione si passa a parlare di Amnesia e suoi social network parte il tormentone. In migliaia si precipitano su Google per cerchare: “Cos’è la Amnesia?”. Per fare chiarezza. L’Amnesia Haze è un tipo di marijuana ibrida molto forte che i coltivatori di cannabis californiani hanno iniziato a coltivare durante i primi anni settanta. Essendo un tipo di cannabis molto forte la Amnesia negli anni è diventata uno dei prodotti più richiesti sul mercato olandese e americano. Ma niente a che vedere con quanto si ritrova per i vicoli di Napoli.

Infatti, sembrerebbe che le organizzazioni criminali, che non solo importano marijuana ma anche la coltivano, abbiano una conoscenza tale da poter distribuire i loro prodotti facendo anche vere e proprie operazioni di marketing. Scorretto: ovvio si parla di camorra. Infatti della pianta originale, Amnesia Haze, non arriva proprio niente sul mercato nero degli stupefacenti. Sono infatti, così come viene spiegato nella trasmissione, tipi di erba su cui viene spruzzato qualunque tipo di solvente e che chiaramente genera conseguenze disastrose per la salute dei consumatori.

Mancati quindi i contenuti. In una trasmissione fatta da giovani per raccontare il mondo dei giovani tutto sembra essere stato confezionato ad arte da un anziano con il terrore della legalizzazione che ha trovato il suo difensore in Giovanardi, che di certo non si è fatto pregare. Tanti ex spacciatori, tanti tatuaggi, tanti ragazzi che amano lo sballo: ma gli altri? I giovani che consumano marijuana per curare le loro malattie, le persone adulte che consumano marijuana per lo stesso motivo, i consumatori abituali di marijuana a scopo ricreativo che hanno anche un lavoro normale e nessun precedente con la legge, i dottori che supportano la ricerca di farmaci a base di marijuana per curare malattie come l’epilessia: ecco, questo ci viene da chiedere alla Innocenzi, perché il programma non lo avete fatto con loro?

Dovremmo aver capito, ormai, che le urla, lo scontro tra bianchi e neri all’arma bianca e la battaglia di trincea non funziona più. Non riesce a dare niente di più. Lo spettatore è saturo di prodotti che cercano la rissa. Manca la voglia di tollerare che dei ventenni si comportino come sessantenni solo con qualche tatuaggio in più. Avremmo voluto conoscere i vantaggi e gli svantaggi economici della legalizzazioni. Ci saremmo aspettati che i giovani non parlassero della marijuana solo come prodotto per il divertimento, ma ne prendessero inconsiderazione le infinite applicazioni industriali e farmaceutiche. Poco importa, l’importante è lo share.

Alessandro Amato

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Alessandro Amato
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