Una Bce più forte e più incisiva, che possa realmente influire sull’economia globale dell’Unione europea e particolare dei singoli stati membri. L’avevano chiesta praticamente tutti i candidati alle scorse Europee di maggio. Una scossa che evidentemente è stata avvertita e così ieri, il presidente Mario Draghi ha definito un “pacchetto di misure” che ha l’obiettivo di rivitalizzare l’afflusso di credito all’economia reale.
Due i punti principali del provvedimento: taglio ai tassi di interesse, di nuovo ai minimi storici, e 400 miliardi di liquidità dalla Bce “subito”. “E non è finita qui”, promette Draghi. “La Bce – aggiunge – intende proporre un pacchetto di nuove misure per aiutare l’economia reale. Oltre alla riduzione dei tasso, le musure includono nuove operazioni di rifinanziamento a lungo termine per il sistema bancario e un lavoro preparatorio legato all’acquisto di Abs (i titoli cartolarizzati garantiti da prestiti e mutui che la Bce accetta dalle banche, n.d.r) e un allungamento dei prestiti a tasso fisso”.
Se tutto funzionerà come deve, il pacchetto di nuove misure servirà a riportare l’inflazione al 2 percento. La Borsa ha brindato alle misure prese dalla Bce e agli annunci del presidente Mario Draghi. L’indice Ftse Mib ha chiuso ieri con un progresso dell’1,52% (dopo aver toccato anche un massimo del +2,4%), mentre l’All Share sale dell’1,36%. Sul listino in evidenza le banche, favorite dal calo dello spread sotto i 150 punti:il rapporto fra Btp e Bund sulla scia delle misure decise ieri dalla Banca Centrale Europea ha segnato questa mattina quota 146 punti, con il rendimento che ritocca il minimo al 2,84%.
