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“Infinito” di Leopardi andrà all’asta | L’appello della Regione Marche per non venderlo

Un pezzo inestimabile del nostro patrimonio culturale va all’asta. Il terzo manoscritto autografo, recentemente ritrovato, dell’Infinito, la celebre poesia di Giacomo Leopardi, sarà esposto al pubblico in anteprima lunedì 23 giugno presso la casa d’aste Minerva Auctions di Roma.

Sempre caro mi fu quest’ermo colle,
e questa siepe, che da tanta parte
dell’ultimo orizzonte il guardo esclude.
Ma sedendo e mirando, interminati
spazi di là da quella, e sovrumani
silenzi, e profondissima quiete
io nel pensier mi fingo, ove per poco
il cor non si spaura. E come il vento
odo stormir tra queste piante, io quello
infinito silenzio a questa voce
vo comparando: e mi sovvien l’eterno,
e le morte stagioni, e la presente
e viva, e il suon di lei. Così tra questa
immensità s’annega il pensier mio:
e il naufragar m’è dolce in questo mare.

Come succede spesso, il manoscritto è di proprietà di un collezionista anonimo. Il poeta la scrisse negli anni della sua prima giovinezza a Recanati, sua cittadina natale, nelle Marche. Le stesure definitive risalgono agli anni 1818-1819.

Ma un’opera del genere non può avere valore, come sarebbe assurdo venderla. Dovrebbe essere patrimonio culturale di tutti ed essere visibile a chiunque. Per questo motivo la Regione Marche busserà alle porte del ministero per i Beni culturali per evitare che cada in mano ai privati. A comunicarlo è stato l’assessore alla Cultura Pietro Marcolini, durante la presentazione pubblica del documento autografo del poeta, tenutasi all’Università di Macerata.

Ritrovato dal direttore degli Istituti culturali del Comune di Cingoli Luca Pernici fra le carte di una collezione privata, proveniente dall’archivio disperso dei conti Servanzi Collio di San Severino Marche, l’Infinito sarà messo all’asta a Roma, al prezzo di base di 150 mila euro.

La cifra è stata fatta dal manager della Minerva Auctions Massimo Bertolo: “I documenti di Leopardi sono i più costosi in termini commerciali – ha detto – perché la domanda è altissima. Una lettera del poeta al fratello Carlo sui Sepolcri del Tasso è stata battuta per 42 mila euro”.

Redazione

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