Van Rompuy vuole un’Europa “più audace” | “Nuove sfide per la crescita e la competitività”

di Maria Teresa Camarda

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Van Rompuy vuole un’Europa “più audace” | “Nuove sfide per la crescita e la competitività”

| lunedì 23 Giugno 2014 - 15:09

Il presidente del Consiglio Europeo, Herman Van Rompuy, ha firmato un corposo documento da inviare ai governi delle nazioni dell’Unione per indicargli le strategie da seguire e gli obiettivi a cui mirare per uscire dalla crisi politica ed economica che continua a investire l’Europa. “Sono necessari passi audaci verso riforme strutturali e un’agenda positiva per la crescita, la competitività e il lavoro”, ha scritto. La sfida per crescita e lavoro, ha quindi spiegato il presidente Van Rompuy, deve essere realizzata in Europa nell’ambito “di un consolidamento di bilancio differenziato e attento alla crescita”.

Il documento, ancora suscettibile di modifiche, è stato preparato in vista del vertice Ue al fine di costruire “un’area di libertà, sicurezza e giustizia senza confini interni e nel pieno rispetto dei diritti fondamentali servono politiche coerenti sui temi del controllo dei confini, dell’asilo, dell’immigrazione, della polizia e della cooperazione giuridica”.

In tema di immigrazione e asilo, l’Europa deve “garantire una politica efficiente, basata sui principi della solidarietà e della responsabilità”. Al fine di costruire “un’area di libertà, sicurezza e giustizia senza confini interni e nel pieno rispetto dei diritti fondamentali servono politiche coerenti sui temi del controllo dei confini, dell’asilo, dell’immigrazione, della polizia e della cooperazione giuridica”, si legge ancora nella bozza. È quindi urgente “affrontare all’origine il fenomeno dell’immigrazione clandestina intensificando la cooperazione con i paesi terzi; prevenire e combattere il crimine organizzato, il traffico di essere umani, la corruzione e il terrorismo”.

“La diversità all’interno dell’Unione europea è anche la sua forza, l’Ue è più dell’insieme delle sue parti ed è imperativo non creare barriere tra gli stati membri” dell’Eurozona e non. L’Europa però deve “dare seguito alle proprie decisioni ed essere in grado di “produrre risultati concreti”.

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