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Buon compleanno a Giorgio Napolitano | Il Presidente della Repubblica compie 89 anni

Compleanno in famiglia per il Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano che compie oggi 89 anni. Passerà il suo compleanno nella tenuta di Castelporziano, con i familiari. Una piccola pausa e domani il Presidente Napolitano ritornerà ai suoi uffici, mentre governo e Parlamento sono impegnati nel rush finale delle riforme, e non solo quelle istituzionali.

Napolitano il 10 maggio 2006, alla quarta votazione, è stato eletto undicesimo presidente della Repubblica italiana, con 543 voti (su 990 votanti dei 1009 aventi diritto). Il terzo napoletano dopo De Nicola e Leone al Quirinale. Ha giurato ed è entrato ufficialmente in carica il 15 maggio, dopo le dimissioni anticipate del presidente emerito Carlo Azeglio Ciampi. Il 20 aprile 2o13, dopo il terremoto politico seguito al siluramento nel segreto dell’urna di Romano Prodi, un ampio schieramento parlamentare chiese a Napolitano la disponibilità a essere rieletto come presidente della Repubblica. Napolitano è stato così riconfermato alla carica, alla sesta votazione, con 738 voti (su 997 votanti dei 1007 aventi diritto).

In qualità di presidente della Repubblica ha nominato cinque presidenti del Consiglio dei ministri: Romano Prodi (2006-2008), Silvio Berlusconi (2008-2011), Mario Monti (2011-2013), Enrico Letta (2013-2014) e Matteo Renzi (2014-in carica). Napolitano è il primo presidente, nella storia dell’Italia repubblicana, a essere eletto per un secondo mandato alla presidenza della Repubblica. Questo, dunque, è il nono anno di permanenza di Napolitano al Quirinale. Una permanenza a tempo, come ha sempre ribadito il capo dello Stato, che durerà finché il Paese ne avrà bisogno.

“Alla vigilia del semestre europeo e in una stagione di riforme particolarmente importante per il nostro paese, la guida del presidente è un presidio solido, certo, imprescindibile”. È quanto afferma il premier Matteo Renzi rivolgendo gli auguri di buon compleanno al presidente Giorgio Napolitano.

“Il Presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano nell’impossibilità di rispondere personalmente a tutti i messaggi di auguri rivoltigli tramite telefonate, e-mail e altri canali via Internet o resi pubblici tramite dichiarazioni, desidera esprimere il suo caloroso e grato apprezzamento per queste espressioni di stima e personale vicinanza”. Lo rende noto l’ufficio stampa del Quirinale in una nota.

 

Redazione

Si24 è un quotidiano online di cronaca, analisi, opinione e approfondimento, fondato nel 2013 e con sede a Palermo. Il direttore responsabile ed editore è Maria Pia Ferlazzo.

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  • Nessun commento...Solo tanti tantissimi auguri Signor Presidente,di cuore da una persona a Lei grata x tutto cosa ha fatto per il nostro Paese...e ne sia certo il tempo e' galantuomo e tutti dovranno riconoscere i suoi meriti.Ancora Grazie e tanti auguri di Buon Compleanno Signor Presidente!!!

  • Caro presidente, Lei è una grande persona!!!
    Lunga vita a Lei che ci ha dato speranza per il futuro e la forza di credere nei valori fondamentali dell'esistenza in uno dei momenti più difficili della nosta storia.
    Grazie.
    Auguri, auguri, auguri con tutto il cuore.
    Lidia Cattelan - Vicenza

  • COME ELIMINARE LA DISOCCUPAZIONE CON SEMPLICI VALUTAZIONI MATEMATICHE
    Dal periodo dei " padroni delle ferriere" ad oggi, il tempo lavorativo si è ridotto per lo sviluppo scientifico e tecnico della produzione, ora siamo in uno dei tanti punti cruciali che l'umanità ha superato, riducendo l'orario del lavoro, pertanto è possibile progredire in periodi di crisi, anche se nei casi precedenti, oltre alla diminuzione delle ore lavorative si aveva un aumento delle remunerazione dei lavoratori, data dai proprietari delle aziende, per gli elevati introiti economici propri di una elevata produzione di beni.
    La risoluzione degli attuali problemi sociali sono possibili se si studia la società in cui viviamo. Nell’Era del Silicio, l'informatizzazione delle procedure e la robotizzazione dei mezzi produttivi, riducono il personale necessario al produrre attuale. Una dimostrazione sull’informatizzazione delle procedure è dimostrata dalla recente procedura per ottenere le certificazioni,senza recarsi presso il personale preposto a tale attività. I cittadini sono felici per tale iniziativa, ma il personale addetto alle certificazioni, sarà ridotto con il passare del tempo! La robotizzazione dei mezzi produttivi, può essere dimostrata con l’attuale produzione delle auto, dove i vari componenti vengono stampati e fusi con macchine automatiche, portati ai magazzini e da questi ai centri di assemblaggio su strade automatizzate, controllate da computer, per assemblare i vari pezzi, dove un solo uomo, controlla le saldature o l’unione delle varie parti, così come la verniciatura a termine montaggio. Nel caso il processo produttivo non funzioni, l’uomo di controllo informa telefonicamente il centro di funzionamento automatico, che interviene per riattivare il ciclo produttivo. Trenta anni fa 10 uomini costruivano un’auto, ora 1 uomo costruisce 10 auto, nel medesimo tempo. Il problema della crisi sembra irrisolvibile, mentre penso che con un minimo d’immaginazione sul nuovo e di conoscenze sulle matematiche elementari il problema è risolvibile. Cominciamo col dire che le possibili soluzioni sono due, tassando i venti milioni di lavoratori occupati, per fornire ai due milioni di disoccupati uno stipendio ridotto della quantità utile alla sopravivenza, si chiama“ cassa integrazione”, ma sono solo tasse di chi lavora, che il governo incamera, per travasare e sostenere i disoccupati, la seconda soluzione è quella di fare lavorare tutti ad un numero di ore e costo inferiore per produrre la medesima quantità di beni.
    Vediamo in questo secondo caso come è possibile operare, con semplici valutazioni matematiche.
    Riducendo l’orario settimanale da 40 ore a 36 è possibile far lavorare tutta la struttura lavorativa, potenziale dei 22 milioni di lavoratori, riportiamo la semplice proporzione approssimata.
    40 ore x 20milioni / 22 milioni = 36 ore
    La produzione ridotta fa lavorare gli occupati e disoccupati con un numero ridotto di ore settimanali ad un costo insostenibile dalle aziende, per questo la retribuzione del lavoratore per ritornare nella spesa normale deve essere ridotta.Se diciamo 100 Euro il costo generico comprensivo dello stipendio e tasse pagate dall’imprenditore per i 20 milioni di lavoratori, per farne lavorare 22 milioni senza far fallire le aziende, bisogna ridurre il costo per produrre i medesimi beni, secondo la seguente proporzione,.

    100 Euro x 20milioni / 22milioni = 90.9 Euro
    per meglio capirci.
    Al fine di produrre determinati beni, un’azienda ha 100 dipendenti che lavorano 40 ore alla settimana e sono remunerati ciascuno con 1000 Euro mensili, per un costo totale di 100.000 Euro. L’azienda assume 10 dipendenti che lavorano 36 ore alla settimana e remunera l’intera struttura di 110 dipendenti con 1000 Euro x 0,909 = 909 Euro con un totale di 100.000 Euro. 909 x 110 dipendenti = ~100.000 Euro.
    Esempi pratici si sono verificati, ma con anomalie rispetto alle valutazioni precedenti, in Francia 36 ore, ma senza la riduzione dello stipendio – in Germania –Volkswagen ed in Italia - Ospedale San Raffaele di Milano, con la riduzione dello stipendio fermo restando tutti i lavoratori, ma senza la riduzione dell’orario lavorativo.
    I precedenti venti milioni di lavoratori, non sono più tassati per fornire ai due milioni di disoccupati la cassa integrazione, sussidi ordinari di disoccupazione e gli assegni di mobilità ( circa 7 - 8 miliardi all’anno ), coperti dai contributi versati dal lavoratori (7,6 miliardi circa per un totale spesa di circa 18 miliardi), perciò i lavoratori possono aumentare tranquillamente il loro stipendio dello 0.05 %, con una remunerazione totale al 96%.
    Si ricorda che, riducendo a 36 le ore settimanali è possibile ridurre la settimana lavorativa a 4 giorni di 9 ore, con riduzione dei costi e tempi per il trasporto al posto di lavoro, nel rapporto di quattro quinti. Il trasporto giornaliero di 22 milioni di lavoratori, porta ad una minore spesa di energia per il combustibili di moto, auto e autobus, minor energia elettrica per tram, metropolitane e ferrovie, con la riduzione delle importazioni di petrolio ed il miglioramento della bilancia dei pagamenti. Nella valutazione si trascura la minor usura dei mezzi di trasporto per un trasporto ridotto di 53 giorni in un anno ( un giorno alla settimana ) Il costo del minor consumo d’energia se utilizzato per aumentare la retribuzione ai 22 milioni di lavoratori , permette un aumento dello stipendio medio mensile dello 0,03% portando ad una remunerazione totale del 99%.
    Se si valuta pure la minor usura dei mezzi di trasporto per un totale di 53 giorni all’anno si può aumentare dell’uno percento la retribuzione dei 22 milioni di lavoratori, riportando lo stipendio ai valori attuali, senza nessuna decurtazione.
    Trascurando questo ultimo contributo remunerativo del 1% , i nuovi 2 milioni di occupati, permettono alle famiglie d’avere aumentate le entrate economiche, nelle seguenti percentuali: Le famiglie con figlio o moglie prima disoccupati ed ora occupati, possono avere delle entrate famigliari totali, uguali a:99%x2= 198%
    Mentre prima avevano il solo reddito del capo famiglia pari al 100%
    Degli attuali dei 2 milioni disoccupati, possiamo ipotizzare 1,5 milione che riceveva, tramite gli ammortizzatori sociali, un reddito dal 50 - 60% passerebbe al 99 %, senza nessun intervento sociale.
    0,5 milione di lavoratori, riceverebbero uno stipendio del 99%, mentre prima erano a reddito nullo.Queste due categorie avrebbero quello stipendio di base che alcuni politici o sindacalisti propongono per le persone disoccupate, mentre questi sarebbero persone occupate che lavorano come tutti gli altri, 36 ore settimanali.
    Le industrie si collocherebbero su uguali produzioni, con un numero maggiore di lavoratori a stipendi ed ore ridotte, fino al giorno in cui potranno esportare su altri mercati o faranno innovazioni utili alla comunità.
    Tutti i lavoratori avranno un orario settimanale di 36 ore, sviluppando la società, dove l’uomo con un maggior tempo libero, può accudire e seguire meglio l’educazione dei figli e della famiglia, riposarsi, studiare, fare attività sportive, di ricreazione o di sostegno a quella parte di società che necessità di una presenza, come il milione di disabili.
    Nel secolo scorso la settimana si ridusse a 5 giorni, l’attuale secolo potrebbe essere ricordato per la settimana lavorativa di 4 giorni, dimostrando il progresso operativo delle società evolute.

  • specificazioni e aggiornamenti sono stati fatti dal prof. ing.panagin romano fino ad oggi 2018, ma senza nessun riscontro. una struttura politica a cui aveva trasferito le procedure mi ha scritto ." non sono interessati a tale procedura gli imprenditori, i politici, i sindacati e neppure i disoccupati. se questo fosse vero ci dice come la nostra società è formata.

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