Alfredo di Stefano, leggenda del calcio argentino e spagnolo, è morto. L’ex centravanti, 88 anni compiuti soltanto venerdì, stava camminando in una via molto vicina all’amato stadio Bernabeu, quando è stato stroncato da una crisi cardiaca sabato 5 luglio.
Nato a Barracas, uno dei barrios di Buenos Aires, Di Stéfano è figlio di Alfredo Di Stéfano, italo-argentino di prima generazione e Eulalia Laulhé Gilmont, donna argentina di origini francesi e portoghesi. A 15 anni entrò nella rosa della seconda squadra del River Plate, per approdare l’anno successivo in prima squadra dove si affiancò ad altri nomi straordinari che fecero il grande River degli anni quaranta. Nel 1948 partecipa alla Coppa dei Campioni del Sudamerica, torneo ufficiale dal quale nascerà la Copa Libertadores, giocando 6 partite e realizzando 4 gol.
Dal 2000 a questa parte, quando Florentino Perez lo nominò presidente onorario del Rela Madrid, non ha mai mancato la presentazione di un nuovo giocatore della squadra.
In carriera ha vestito la maglia di due Nazionali diverse, Argentina e Spagna. Ha recentemente perso il primato di miglior marcatore nella storia del Clàsico al cospetto di Lionel Messi, ma con 18 realizzazioni rimane il madridista ad aver segnato più gol ai cugini blaugrana. Dal 2008 il quotidiano spagnolo Marca assegna il Trofeo Alfredo Di Stéfano al miglior calciatore della massima divisione spagnola.
Soprannominato “La Saeta Rubia”, considerato dagli appassionati di calcio il miglior giocatore di tutti i tempi. Pelé nel 2004 lo ha inserito nella lista dei FIFA 100, lista di 125 professionisti considerati i migliori giocatori di calcio viventi fino a quel momento.
L’AFS (Association of Football Statisticians’), classificando i 100 più grandi calciatori di sempre lo ha incluso al 22º posto, la rivista World Soccer lo ha inserito invece al sesto posto tra i calciatori più forti del XX secolo.