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La riforma del Senato approda in Aula | Presentate due pregiudiziali di costituzionalità

Ha preso il via la maratona di Palazzo Madama per la prima approvazione della riforma del Senato. Il testo, dopo una lunga permanenza in Commissione Affari costituzionali è finalmente pronto per l’esame dei senatori in Aula. Lunedì e martedì si svolgerà la discussione generale, con al centro del dibattito sicuramente i due nodi principali della riforma, ovvero l’elettività dei nuovi senatori e la previsione dell’immunità, da mercoledì il via alle votazioni. Fino a domani alle 13 la possibilità di presentare degli emendamenti al testo.

Il testo delle riforme approvato dalla Commissione, “pur rimanendo aderente all’impianto” del ddl originario del governo, “è stato significativamente arricchito”. ha detto in Aula la relatrice alle riforme Anna Finocchiaro. Dal lavoro della Commissione, ha aggiunto, “è risultato un testo che si è configurato come un punto di approdo molto solido e avanzato al fine della celerità dell’iter parlamentare”.

Il ministro per le Riforme Maria Elena Boschi è ottimista e spera di portare a casa il risultato – ovvero le quattro votazioni nelle due Camere necessarie per le leggi di revisione costituzionale – entro l’inizio della pausa estiva del Parlamento. Atteggiamento positivo anche da parte del premier Matteo Renzi che assicura: “Sulle riforme avremo una maggioranza molto ampia”.

Il testo che arriva alla discussione in Aula ha avuto una lunga genesi: riunioni nelle stanze dei partiti, strette di mano al bar del Senato, vertici inusuali (Renzi-Berlusconi) al Nazareno; poi, lunghe discussioni in Commissione a Palazzo Madama, con morti e feriti (vedi la fronda dei ribelli del Pd); e finalmente il testo è pronto.

Quattro i nodi principali – superato, pare, quello sulla non-elettività dei senatori – da discutere ancora, con il rischio di paralisi in Aula: la possibilità di veto sul Bilancio, la riduzione del numero dei deputati, il voto per il colle e la platea elettiva, l’immunità per i senatori. Su questo ultimo punto, il ministro Boschi ha assicurato che il testo del ddl potrà essere modificato “soltanto con l’accordo di tutti i partiti”.

Il Movimento 5 Stelle, tra i principali detrattori di una nuova Camera non elettiva, annuncia battaglia e dice: “Sarà una giornata calda”. E l’iter verso l’approvazione comincia con la presentazione di due pregiudiziali di costituzionalità al disegno di legge: la prima reca le firme dei senatori pentastellati. L’altra contiene quelle di Sel e di alcuni ex M5S. Entrambe chiedono che non si approvi il testo delle riforme costituzionali così come messo a punto dalla commissione di Palazzo Madama perché “l’elezione di secondo grado del Senato è una violazione della Costituzione, la sua revisione è di competenza delle Camere e non del governo”.

Maria Teresa Camarda

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Maria Teresa Camarda
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