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Il centrodestra riparte dai valori e dalle idee | E il 40% di Renzi non spaventa più

Appuntamenti elettorali in vista non ce ne sono, ma nella “vecchia” area di centrodestra fervono i preparativi. Serve tempo. Serve tempo perchè la “vecchia” area di centrodestra, appunto, non esiste più, trasformata in un arcipelago di movimenti e partiti minori dopo la scissione e la fine del Pdl.

L’assoluzione di Berlusconi nel processo Ruby (“perchè il fatto non sussiste”) ha, da un lato, galvanizzato chi sta provando a ricostruire dalle macerie una vasta forza politica che si opponga al “populismo” del premier Renzi, dall’altro ha messo in difficoltà chi non si aspettava di dover fare i conti con il vecchio re che credeva detronizzato.

Uno dei tentativi di maggior rilievo arriva dalla Sicilia, storica roccaforte dei partiti di centrodestra, dove la ex parlamentare regionale Giusy Savarino ha fondato l’associazione “AmunìSicilia”, Associazione moderati uniti, che punta a ritrovare quel sentimento comune che reggeva le forti coalizioni di qualche anno fa. “Siamo certi – afferma Savarino – che si possa ripartire dalle tante cose che ci uniscono, piuttosto che soffermarsi sulle poche che ci dividono. E noi ci proviamo, partendo dalla Sicilia”.

“Il 40% del Pd di Renzi – prosegue la presidente di AmunìSicilia – non deve spaventarci. Renzi ha vinto con meno voti, in termini numerici, di quelli presi da Veltroni quando perse; in buona sostanza la vittoria del Pd è frutto della sconfitta dei partiti di centro e di destra che non hanno saputo coinvolgere il proprio elettorato, per svariati motivi: un elettorato che non ha scelto diversamente, ma ha preferito non scegliere, rimanendo a casa. Quei voti sono lì, congelati, bisogna saperli riconquistare, dobbiamo avere la capacità di costruire un progetto credibile che possa entusiasmare un elettorato demotivato e dobbiamo farlo partendo dai nostri temi, dalle idee e dalla passione politica di tanti giovani”.

Per l’ex parlamentare regionale, la sconfitta alle scorse elezioni Europee deve essere un momento per crescere, per fermarsi a riflettere e ritrovare il terreno comune per ripartire. E alla “Leopolda” di centrodestra che ha organizzato a Palermo (una giornata di tavole rotonde e confronti sui temi più scottanti dell’attualità politica) i giovani dell’associazione hanno cercato di trovare i punti su cui investire per costruire un programma comune. “Se per Leopolda si intende un laboratorio politico, una fucina di idee attraverso il coinvolgimento di tanti giovani amministratori e appassionati, la similitudine regge – specifica Savarino – ma se la Leopolda si riduce alla sola ansia di rottamazione, allora bisogna operare dei chiari distinguo, innanzitutto perché il principio della rottamazione non ci appartiene culturalmente, ci è stato insegnato che dalle esperienze altrui c’è sempre da imparare, e nel centrodestra italiano maestri da cui imparare non mancano, riteniamo sia presuntuoso arrogarsi il diritto di poter rottamare qualcuno, diritto che semmai bisogna ridare agli elettori”.

Tutti d’accordo, dunque: il processo di aggregazione deve partire dai valori e dai principi e non tanto dagli uomini.

Maria Teresa Camarda

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Maria Teresa Camarda
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